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  • Che fine ha fatto? Mido, il faraone di Roma: dalle gare con Ibra al fast food

    Che fine ha fatto? Mido, il faraone di Roma: dalle gare con Ibra al fast food

    • Alessandro Di Gioia
      Alessandro Di Gioia
    Abdelamid Hossam Ahmed Hussein, in arte Mido, è stato il primo e inconfondibile Faraone di Roma: nonostante la presenza di Stephan El Shaarawy nella capitale, l'immarcescibile ricordo di quell'attaccante talentuoso e scavezzacollo torna ad affacciarsi nella nostra mente. Già, perché, seppur in giallorosso le cose siano andate male, la comunità egiziana della capitale aspettava sin dai suoi tempi il ritorno di un calciatore dei Faraoni: l'ex Milan e ormai Monaco, seppur italiano a tutti gli effetti (il padre è egiziano, la madre ligure), ha riportato da tempo l'entusiasmo in città. Anche se Mido era Mido: inconfondibile.

    TRA GOL, NIGHT E SFIDE CON IBRA - Nato al Cairo nel febbraio 1983, esordisce a soli 16 anni nello Zamalek, società polisportiva egiziana con sede a Giza, sobborgo della capitale, segnando 3 gol nelle sue prime 4 gare ufficiali: prima ala sinistra, poi centravanti puro da 190 cm per 80 kg, è nettamente sprecato nel calcio africano, e viene subito portato in Europa dai belgi del Gent, a 17 anni. Nei primi anni di carriera è devastante: media di un gol ogni due partite, prima in Jupiler League, poi nell'Ajax, che non si fa sfuggire quel calciatore dalla classe sopraffina, ma dal carattere fumantino. Nonostante la nostalgia di casa, ad Amsterdam segna tantissimo, 21 reti in 40 presenze, ma è anche protagonista di episodi controversi, sia in campo che fuori, come le sfide automobilistiche sull'anello autostradale della città di Amsterdam con Zlatan Ibrahimovic, Ferrari contro Mercedes, o le notti passate nei night della città olandese.

    QUELLA FORBICE LANCIATA A ZLATAN - Ma i vizi extracalcistici sono troppi e troppo preponderanti: il rapporto con il tecnico Koeman inizia a farsi burrascoso, tanto da venir spesso spedito nella squadra riserve. Mido si sfoga bevendo e non facendo vita da professionista, anche se la squadra difficilmente può fare a meno di lui, che in coppia con Ibra è devastante. Lo stesso Zlatan, quando qualche anno dopo parlerà dell'egiziano, lo definirà in questo modo: "Mido è come me, ma peggio". Anche in campo le cose iniziano a peggiorare visibilmente: Mido è nervoso, si fa espellere, litiga con i compagni e chiede di essere ceduto. La goccia che fa traboccare il vaso è proprio una discussione con i colleghi in spogliatoio, con Ibrahimovic nei panni inediti di difensore del gruppo: Mido accusa tutti di essere dei perdenti e in preda alla follia lancia una forbice verso l’attaccante svedese, che viene mancato di un pelo. E' la fine del rapporto del Faraone con i lancieri: Mido viene ceduto in prestito al Celta Vigo per pochi mesi, in cui il giocatore continua comunque a mantenere una media gol impressionante e nell’estate 2003 si trasferisce a titolo definitivo in Francia, all’Olympique Marsiglia.

    IL SODALIZIO CON DROGBA E L'ARRIVO A ROMA - A Marsiglia Mido si ambienta subito: i gol arrivano con regolarità e la coppia che va a formare con l'altro attaccante africano, Didier Drogba, è devastante. Ma il carattere dell'egiziano rovina anche questo sodalizio, tanto da arrivare ad accusare Drogba di avergli rubato il posto da titolare e da tagliarlo fuori dalle sue amicizie. "Uscivamo spesso insieme, ora non mi risponde nemmeno al telefono", dichiarerà, sempre qualche anno dopo, l'ivoriano. Intanto il destino di Mido si incrocia ancora con quello di Ibra: lo svedese viene acquistato dalla Juventus, la Roma in tutta risposta prende proprio l'egiziano. Il Faraone, come sempre non dotato di gran modestia, dichiara: "Ibrahimovic è bravo, ma io segno di più". Purtroppo per i giallorossi non va in questo modo: 8 presenze stagionali e nessun gol, la sua peggiore stagione di sempre, tanto che i capitolini lo mandano in prestito al Tottenham. 

    L'ESCLUSIONE DALLA NAZIONALE E IL KFC - A Londra Mido, esaltato dalla vita notturna, riesce a tornare in doppia cifra, tanto da convincere gli Spurs ad ingaggiarlo a titolo definitivo: ma è il canto del cigno, visto che l'egiziano riprende con la solita vita sregolata, tanto da venire escluso dalla Nazionale (con la quale ha un bilancio di 23 reti in 51 partite) per sei mesi dopo un litigio con il ct, che gli costa la finale di Coppa d'Africa. Per consolarsi, il Faraone beve e mangia, diventando un assiduo frequentatore del fast food KFC: diventa lento, sovrappeso, svogliato e bolso. La sua carriera si conclude tra Inghilterra (Middlesbrough, Wigan, West Ham e Barnsley), il ritorno prima all'Ajax e poi in Egitto, allo Zamalek, ma non ci sono più colpi di scena. Il calciatore Mido è finito, il talento cristallino è andato sprecato a causa di un carattere impossibile. 

    MIDO OGGI - Mido appende gli scarpini al chiodo a soli 30 anni e diventa il tecnico più giovane nella storia del calcio egiziano: nel gennaio 2014 è diventato allenatore del club che l’ha lanciato, lo Zamalek, con il quale vince una Coppa d'Egitto, prima di essere esonerato e assunto dai rivali dell'Ismaily. Dopo aver coperto l'incarico di direttore tecnico per il Lierse, società belga, e dell'Al-Wahda, società saudita, diventa prima supervisore tecnico del Pyramids, poi torna in panchina all'Ismaily, dove ha seduto fino a fine 2023.

    LA PERLA - Una delle sue ultime perle l'ha regalata su Twitter, quando accusato da un blog di preferire il KFC all’area di rigore, l’egiziano ha risposto a suo modo: "Amico mio, il mucchio di soldi che ho fatto con il calcio in questi anni è abbastanza per s....e tua madre per 20 anni". Il solito Faraone, che nel corso degli anni è prima ingrassato e poi dimagrito vistosamente e che non smette di stupire: ora fa il commentatore per una tv egiziana, ma chissà cosa gli riserva il futuro. Sicuramente nulla di banale...

    @AleDigio89
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