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Che fine ha fatto? Shalimov, un russo a Foggia tra Zemanlandia e belle donne
ACQUISTATO IN CAMBIO DI UN CAMION DI GRANO - Nato a Mosca nel 1969, figlio di operai, Igor Shalimov comincia la sua carriera nello Spartak Mosca, club in cui debutta e rimane per cinque anni, mettendo a referto 95 presenze e 20 reti. Nel '91 finalmente la grande occasione, in Italia: viene acquistato proprio dal Foggia di Zeman. La leggenda narra che alla richiesta di un miliardo e 400 milioni avanzata dallo Spartak, Casillo rispolverò l'antico baratto e inviò a Mosca un camion di grano come pagamento. A Foggia il russo disputa un campionato da urlo: 9 reti in 33 partite da centrocampista, con il club rossonero che si classifica nono e schiera il secondo migliore attacco della Serie A, dietro solo al Milan di Sacchi.
DONNE E VIZI - Nella città pugliese il centrocampista, oltre al successo nel pallone, trova anche altre cose: alcool, sigarette, fidanzata russa di professione fotomodella e frequenti sortite notturne a Roma e Milano. E' proprio l'amore per la bella vita che segna negativamente la sua carriera: la positiva esperienza nel Foggia, sotto l'egida di Zeman, finisce un anno dopo. Lo compra l'Inter, che rimane folgorata da questo centrocampista con la media realizzativa da attaccante: nella stagione 1992-1993 segna ancora 9 reti (tra cui quelle nel derby d'Italia contro la Juventus e la doppietta contro il Foggia come ex), l'anno successivo però non riesce a confermarsi e viene ceduto al Duisburg, anche per i suoi vizi extracalcistici.
FINALE AMARO - Di lì comincia il suo vagabondare: finisce prima a Lugano, poi torna in Italia dove gioca prima nel Bologna, poi nell'Udinese e infine nel Napoli, anche se non riesce mai a convincere come agli esordi. Ed è propio a Napoli che si interrompe la sua carriera dopo una squalifica di due anni per uso di nandrolone: la giustificazione è quella di aver mangiato carne cruda inconsapevolmente trattata con nandrolone su consiglio di un medico che lo stava curando a Mosca per un'emorragia.
IGOR OGGI - Appesi gli scarpini al chiodo, Shalimov inizia la carriera di allenatore. Nel frattempo si sposa con la bella scrittrice russa Oksana Robski nel 2008, un'unione che dura solo sei mesi. Oggi Shalimov ha 45 anni: sulla sua testa non ci sono più i capelli ricci e neri tirati all'indietro con il gel, il suo viso è molto lontano da quello scavato, pallido e spigoloso che conosciamo. Dopo anni di nomadismo però l'ex Foggia ha finalmente trovato pace: dal 2008 è ct della nazionale russa femminile. Donne e calcio, le sue passioni.