Calciomercato.com

  • Juventus, che fine ha fatto Fagioli? Spalletti e Thiago Motta non hanno dubbi: meglio Locatelli

    Juventus, che fine ha fatto Fagioli? Spalletti e Thiago Motta non hanno dubbi: meglio Locatelli

    • Cristiano Corbo, inviato a Torino
    Dov'è finito, Nicolò Fagioli? E' lecito chiederselo, sarebbe forse cortesia rispondere. Ma a parlare, nel frattempo, sono proprio i numeri: tre panchine di fila a novembre, ultima presenza che risale al 30 ottobre contro il Parma e per appena 6 minuti. Da titolare, invece, tocca arrivare all'Inter e ai 60 minuti in cui no, non è riuscito a governare il centrocampo bianconero. Insomma: ci sono problemi all'orizzonte? O semplicemente chi era attorno all'ex Cremonese ha fatto uno step in più di crescita? Anche nelle gerarchie azzurre, non c'è stata storia: Spalletti non l'ha considerato neanche dopo l'infortunio di Ricci, preferendogli il rientro in Nazionale di Manuel Locatelli.

    COME STA FAGIOLI - Per capire come sta Fagioli, serve intanto analizzare come stanno gli altri. L'equilibrio ricercato a lungo da Thiago Motta ha trovato due risposte importanti e finalmente continue: Manuel Locatelli e Khephren Thuram, ad oggi, rappresentano esattamente ciò che chiede il tecnico dalla mediana bianconera. E tutto è stato spiegato nell'ultima conferenza stampa, dopo una domanda diretta sul reparto più mobile degli altri: "In questo momento, stanno bene tutti e tre - ha spiegato l'allenatore -. Thuram è entrato con grande intelligenza calcistica, Locatelli è tornato ed è tutto merito suo". Insomma: se Nicolò è finito nelle retrovie, non è stata (solo) colpa sua. E' che ora la Juventus ha bisogno di più legna e meno inventiva a centrocampo. Soprattutto dal ritorno di Teun Koopmeiners sulla trequarti. 

    LA STAGIONE - Certo, non è stata finora una stagione da incorniciare per Fagioli, che pure è reduce da un'annata intera senza giocare. Alibi a parte, Nicolò aveva mostrato di poter reggere l'urto fisico e mentale del cambio in panchina. E Motta sembrava proprio quel che gli serviva: squadra di possesso per un centrocampo tecnico. Dopo aver iniziato leggermente in sordina, la risposta era stata incoraggiante: titolare con Verona e Roma, pure a Marassi con il Genoa. E la masterclass Lipsia: aveva dettato i tempi della manovra bianconera con maestria, salvo poi cadere poco dopo. Stoccarda e Inter hanno rappresentato due esami di maturità falliti, la certezza che per la Juventus fosse necessario qualcosa di molto diverso. E di più dinamico. Ecco perché Fagioli non sta giocando: la più classica delle scelte tecniche. E di quelle fondamentali, oltre che dolorose.

    Altre Notizie