Che fine ha fatto? Luiso e la rovesciata che fece esonerare Tabarez dal Milan
Ci sono gesti tecnici, come ad esempio una rovesciata, che restano impressi nella memoria dei tifosi per lungo tempo e possono portare alla ribalta l'autore di tale prodezza. E' questo il caso di Pasquale Luiso, bomber di origini napoletane che ha calcato i campi della Serie A nella metà degli anni '90, passato alla storia per una incredibile rovesciata realizzata contro i campioni in carica del Milan nella stagione 96/97.
GLI ESORDI E LA SERIE A - Luiso (foto sportincondotta.it) cresce calcisticamente nell'Afragolese, società del napoletano con la quale disputa tre campionati, ma è all'età di 21 anni che si affaccia nel calcio che conta passando al Sora e guidando i laziali nella doppia promozione dalla Serie D alla C1. Autore di 59 gol in 4 stagioni Luiso si guadagna il soprannome di Toro, per la grande prepotenza fisica, nonostante un fisico non certo statuario, e per la grinta messa in campo che lo porta a scontrarsi duramente con i rudi difensori delle serie minori. Nel '94 viene acquistato dal Torino, ma il salto dalla Serie C alla massima divisione è troppo ampio, viene così ceduto in prestito al Pescara in Serie B, dove realizza 7 gol in 21 presenze. La stagione successiva Luiso esplode definitivamente in terra irpina, ma l'Avellino, nonostante i 19 gol in 36 partite del Toro, non riesce ad evitare la retrocessione in serie C1. A fine stagione il Piacenza decide di puntare su di lui e fare della punta napoletana il perno dell'attacco per la stagione successiva.
LA ROVESCIATA E LA MACARENA - In terra emiliana Luiso ha il compito di sostituire l'idolo della tifoseria biancorossa Nicola Caccia, ma sembra non sentire il peso della pesante eredità. L'1 dicembre '96 al Galleana arriva il Milan campione d'Italia, la partita della svolta per Luiso. Sul risultato di 2-2 il bomber napoletano, dopo un doppio palleggio per eludere l'intervento di Costacurta, si inventa una rovescia dal limite dell'area che lascia di sasso l'estremo difensore rossonero Sebastiano Rossi. Il giorno successivo alla partita il tecnico del Milan Oscar Tabarez verrà rimosso dall'incarico e sostituito da Arrigo Sacchi. Sulle ali dell'entusiasmo Luiso guida gli emiliani fino al play-out contro il Cagliari, regalando con una doppietta la permenanza in Serie A ai piacentini. A fine anno saranno 16 le reti realizzate, tutte accompagnate con il ballo della Macarena, canzone spagnola che diventerà il tormentone estivo dell'estate 1996.
L'AVVENTURA EUROPEA - La stessa estate Luiso passa al Vicenza nello scambio che porta Roberto Murgita in Emilia. Nella prima stagione in Veneto sono 8 le reti realizzate dal Toro in campionato, ma è il cammino in Coppa delle Coppe l'aspetto chiave della sua esperienza in Veneto. I biancorossi eliminano i polacchi del Legia Varvasia ai dedicesimi di finale e gli ucraini dello Shakthar Donetsk agli ottavi. I ragazzi guidati da Francesco Guidolin rifilano 9 gol tra andata e ritorno agli olandesi del Roda JC ed approdano in semifinale. Sarà il Chelsea degli italiani Vialli, Zola e Di Matteo a interrompere la cavalacata dei veneti verso la finale di Stoccolma, con Luiso che premiato come miglior marcatore della competizione con 8 centri.
IL LENTO DECLINO - Nella stagione successiva,durante il mercato invernale, passa al Pescara in Serie B, salvo poi tornare a guidare la scalata verso la Serie A dei veneti nella stagione 1999/2000. Dopo le parentesi con Sampdoria, Ancona e Salernitana in serie cadetta, vince il campionato di C1 con la maglia del Catanzaro nella stagione 2003-2004. Si ritira dal calcio giocato al termine della stagione 2007-2008, ma non riesce ad abbandonare del tutto la passione per questo sport. Per rimanere a stretto contatto con i campi da gioco decide di intraprendere la carriera da allenatore nelle serie inferiori. Attualmente siede sulla panchina del Celano Marsica, squadra abruzzese iscritta al Girone F di Serie D.