Che fine ha fatto? Ilhan Mansiz, l'eroe turco del 2002 ora pattina sul ghiaccio
TRA GERMANIA E TURCHIA - Già, perchè la storia di Ilhan Mansiz è una di quelle che ci fa capire come lo sport ad alti livelli sia un fatto di genetica e predispozione, oltre che frutto di una grandissima forza di volontà: dal Mondiale del 2002 in Corea e Giappone alla sfiorata qualificazione alle ultime olimpiadi invernali, quelle di Sochi. In mezzo un sottile filo che collega il mondo del calcio a quello dei pattini. Nato in Germania, a Kempten im Allgau, nel 1975, ma tataro di Crimea di origine, comincia a giocare nei settori giovanili di Augsburg prima e Colonia poi. La sua carriera nei club è spesso frutto del pellegrinaggio tra territorio tedesco e Turchia, dove riesce ad imporsi grazie alla grande propensione alla rete prima nel Samsunspor e poi nel Besiktas, club dove si laurea capocannoniere della Süper Lig turca, nel 2001-02, con 21 reti.
L'ATATURK DEL 2002 - Ma è con la nazionale della Turchia che Ilhan Mansiz raggiunge il punto di massimo splendore, facendosi conoscere in tutto il mondo: il Mondiale è quello del 2002, in Corea del Sud e Giappone. Nella fase a gironi il Brasile delle meraviglie di Ronaldo, Ronaldinho e Rivaldo, superfavorito, incontra la Turchia: si tratta della famosa partita in cui Rivaldo, complice una sceneggiata clamorosa, riesce a far espellere il turco Hakan Ünsal per una pallonata scagliatagli in volto, in una gara che poi la Selecao vincerà due a uno grazie a un arbitraggio di parte, per utilizzare un eufemismo. La Turchia, ricca di giocatori dal grande passato e dal grande avvenire come Umit Davala, Hasan Sas, Hakan Sukur, Basturk e Nihat non sfigura affatto: ma è soprattutto quell'attaccante dai tratti orientali a stupire, il nostro Ilhan Mansiz, che si prende gioco di Roberto Carlos, non uno qualsiasi, con un sombrero da antologia. In Asia Mansiz si mette in luce come seconda punta, a supporto di Hakan Sukur, e segna un golden gol decisivo contro la favola Senegal oltre alla storica doppietta nella finalina per il bronzo contro la Corea, che porta la nazionale turca al terzo posto al Mondiale.
DAL PALLONE AI PATTINI - Sembra l'inizio di una carriera fulgida, ma il proseguio non è degno di questo inizio: al Besiktas le cose iniziano ad andare male, complice anche qualche infortunio di troppo. Tra il 2004 e il 2006 girovaga tra Giappone e Germania, va al Vissel Kobe e all'Hertha Berlino, ma gioca poco e chiude la carriera a soli trentun anni all'MKE Ankaragucu. Ma è qui, quando sembra tutto finiito, che inizia la seconda carriera di Ilhan: dopo una partecipazione al Ballando con le Stelle turco, si appassiona al ballo e al pattinaggio, grazie alla moglie Olga Bestandingova, pattinatrice slovacca che ha partecipato alle Olimpiadi a Salt Lake City, guarda caso nel 2002.
ANCORA LA COREA - A trentatre anni Ilhan impara a pattinare, e non si ferma più: nel 2008, in coppia con la moglie, vince Star on Ice e si afferma nel panorama del pattinaggio di figura turco. L'obiettivo diventa la partecipazione alle Olimpiadi di Sochi: il banco di prova da superare è il Nebelhorn Trophy 2013, che mette in palio i posti disponibili per l'Olimpiade russa. Tuttavia Mansiz e la Bestandingova non ce la fanno, arrivano diciannovesimi su diciannove e devono rinunciare a Sochi. Ci riproveranno probabilmente, se il peso dell'età lo consentirà: ah, tra l'alto sapete dove si terranno i giochi invernali del 2018? A Pyeongchang, in Corea del Sud, non proprio un luogo sconosciuto per il beniamino turco... Curioso a volte il destino: provaci ancora, Ilhan!
Alessandro Di Gioia
@AleDigio89