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  • Che fine hanno fatto? I fratelli Filippini

    Che fine hanno fatto? I fratelli Filippini

    Il secondo numero stagionale della rubrica "Che fine ha fatto?" è dedicato a due fratelli gemelli che hanno segnato l'infanzia di chi, come il sottoscritto, è nato sul finire degli anni ottanta. No, non stiamo parlando dei gemelli Derrick, celebri personaggi del cartone animato giapponese Holly e Benji famosi per le loro doti acrobatiche e per la supermossa della "catapulta infernale", ma dei gemelli Filippini, simboli di un calcio romantico al quale, i più, pensano con grande nostalgia.

    L'ESORDIO E LO SCAMBIO DI PERSONA - Antonio e Emanuele nascono a Brescia il 3 luglio 1973 e muovo i primi passi sul campo della Voluntas, piccola società di provincia affiliata alle Rondinelle, dove ha inizio la loro inseparabile carriera calcistica. I due rimangono nel settore giovanile biancoblù fino all'agosto del 1992, quando vengono prestati all'Ospitaletto dove, per tre anni, "si fanno le ossa" in un campionato duro come la Serie C. Viste le buone prestazioni e l'ottima intesa dimostrata in campo, il Brescia li riporta alla base e li schiera titolari nella stagione 95/96. L'anno successivo la guida della squadra viene affidata ad un tecnico esperto come Reja e il club lombardo si guadagna la promozione in Serie A. Il match d'esordio avviene alla Scala del Calcio contro l'Inter, quando tutti gli occhi sono puntati sul Fenomeno Ronaldo, partita che sarà poi decisa da una doppietta di un altro esordiente: Alvaro Recoba. Durante la prima stagione nel massimo campionato, che si concluderà con la retrocessione del Brescia, i due si rendono protagonisti di un episodio curioso. Nel match contro la Roma, Antonio insulta l'arbitro Ceccarini che, dopo alcuni minuti di parapiglia, espelle l'incolpevole Emanuele. Nonostante i due provino a chiarire l'episodio durante e dopo la gara, sarà Emanuele ad essere squalificato per una giornata.

    LA PRIMA SEPARAZIONE - L'affiatamento che i Filippi dimostrano in campo li porta ad essere considerati una sola entità. I due percorrono instancabilmente la

    fascia destra cambiandosi continuamente posizione, compensando le non eccelse capacità tecniche con una grinta e una tenacia che nel tempo li ha resi idoli
    indiscussi della tifoseria bresciana. Nella stagione 2001-2002 la squadra allenata da Carlo Mazzone stupisce tifosi e addetti ai lavori raggiungendo uno storico
    settimo posto grazie anche alle ottime prestazioni di Roberto Baggio, Andrea Pirlo e Igli Tare. I successi del Brescia accendono i fari del Parma su
    Emanuele, che si separa dal fratello Antonio e approda alla corte di Cesare Prandelli
    .

    ROCK AND ROLL AL BARBERA - I due rimangono separati per appena una stagione e mezza, fino a quando il presidente del Palermo Zamparini non decide di ricomporre la magica coppia vista ai tempi del Brescia. Al termine della stagione 2003/2004 i rosanero, trascinati dai gol di Toni, dalle geometrie di Corini e dalle

    scorribande dei Filippi, conquista una storica promozione in Serie A. Al termine della partita passerella vinta per 3-0 contro il Bari, viene allestito sotto la Curva Nord un piccolo palco dove i gemelli, insieme ai componenti della loro rock band, si esibiscono davanti ad un Barbera in tripudio per il ritorno in Serie A dopo 34 anni.

    PACCHETTO COMPLETO - All'epoca, il sentore dei tifosi era che, un po' come Jason e James Derrick, i gemelli Filippini rendessero al massimo solo se schierati in campo contemporaneamente. Ecco perchè, al termine della stagione 2003/2004 si trasferiscono entrambi alla Lazio, per poi passare al Treviso nella stagione successiva. Dopo la sfortunata retrocessione dei veneti, la strade si dividono nuovamente con Antonio che passa al Livorno e Emanuele al Bologna, salvo poi raggiungere il fratello in amaranto. All'età di 36 anni, dopo un solo anno in Toscana, Emanuele si ritira dal calcio giocato, mentre Antonio torna nell'amata Brescia per l'ultimo anno da professionista.

    DOPO IL RITIRO - Difficile lasciare il campo dopo un'intera carriera passata a lottare su ogni pallone con la grinta che li ha sempre contraddistinti. Per questo, entrambi, hanno deciso di rimanere sul rettangolo verde, in panchina, pronti a dispensare consigli ai propri ragazzi. L'occasione di allenare l'hanno ricevuta dalla società che li considera veri e propri simboli, il Brescia. I due hanno seduto rispettivamente sulla panchina dei Giovanissimi nazionali e degli Allievi regionali. Poi il trasferimento alla Feralpi Salò, dove Antonio ha guidato la formazione Berretti, ed Emanuele ha ricoperto il ruolo di responsabile del settore giovanile. Nell'estate scorsa hanno sfiorato l'approdo sulla panchina della prima squadra delle Rondinelle: Antonio da allenatore, Emanuele da vice. Senza nessun tipo di invidia e gelosia si erano già spartiti i compiti: il primo a curare la fase difensiva, il secondo quella offensiva. C'è da scommetere che li vedremo presto in panchina e, in attesa di un'occasione prestigiosa, nel frattempo Antonio è stato chiamo dal Milan Academy in Australia, per un percorso lungo tre mesi volto al miglioramento della lingua inglese e all'accrescimento professionale. Nel tempo libero i due continuano a coltivare la seconda grande passione della loro vita: il rock 'n' roll. Entrambi ottimi chitarristi e voci soliste suonano nei The Stalker.

    Massimiliano Cappello


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