Che fine ha fatto? Esposito, svincolato a 32 anni dopo la Nazionale di Lippi
Tra i tanti talenti scoperti dall'attuale direttore generale dell'Atalanta Pierpaolo Marino, non possiamo non ricordare Mauro Esposito, vero e proprio figlioccio del dirigente sportivo irpino. L'esterno offensivo campano è stato uno dei tanti giocatori prodotti dai vivai italiani dotati di grande talento, sbocciati ed esplosi in provincia, ma che hanno poi fallito il salto in grandi realtà.
MARINO E L'ESORDIO - Esposito muove i suoi primi passi sui campi della provincia campana fino a quando, all'età di 14 anni, viene scoperto da uno degli osservatori della rete facente capo a Pierpaolo Marino, allora direttore sportivo del Pescara che, per poterlo portare in Abruzzo, in barba alle leggi per la salvaguardia dei giovani giocatori, ottiene la patria potestà del ragazzo, diventando vero e proprio padrino di Esposito. A Pescara finisce gli studi e, dopo aver compiuto tutte le trafila del settore giovanile, arriva in prima squadra debuttando nel campionato cadetto nella stagione 1997/1998 all' età di 19 anni. L'avventura con i pescaresi si conclude con 12 gol in 46 presenze e, nell'estate del 1999 per Esposito si spalancano le porte dell'Udinese e della Serie A (sempre grazie a Marino, nel frattempo trasferitosi in Friuli). Con la maglia bianconera il giovane Esposito soffre troppo la concorrenza di Muzzi, Sosa e Jorgensen così, dopo una stagione e mezza in cui colleziona appena 9 presenze, decide di fare ritorno in Serie B, sempre con la maglia del Pescara.
L'ESPLOSIONE IN SARDEGNA - L'Udinese, ancora proprietaria del cartellino decide di proseguire il percorso di crescita di Esposito prestandolo al Cagliari, città che diventerà la tappa fondamentale della sua carriera. In Sardegna, grazie all'intuizione di Sonetti, passa dal ruolo di seconda punta a quello di attaccante esterno per poter mettere a disposizione dei rossoblu tutto il suo dinamismo e la sua tecnica. Nella prima stagione isolana, grazie alla collaborazione di Suazo, realizza 7 gol in 32 presenze, contribuendo alla salvezza dei sardi. Nella stagione 2003-2004 l'innesto di Gianfranco Zola e la splendida vena realizzativa di Esposito (17 reti in 40 presenze) proiettano il Cagliari, guidato da Edy Reja, in Serie A. L'allora ct della Nazionale Marcello Lippi, dopo pochi giorni dall'esordio in Serie A, gli regala il debutto in Azzurro nel match contro la Slovenia. Saranno sei le apparizioni di Esposito con la maglia della Nazionale, tutte collezionate durante le qualificazioni al trionfale Mondiale del 2006. La prima stagione in Serie A si conclude con 16 reti in 34 presenze che gli valgono l'interessamento del Barcellona (anche se poi i blaugrana non intavoleranno mai nessuna trattativa ufficiale per portarlo al Camp Nou). Nel gennaio della stagione successiva un grave infortunio al ginocchio gli fa chiudere anzitempo la stagione e segna la fine della sua esperienza al Cagliari: per lui 64 gol in 216 presenze con la maglia rossoblu.
LA NAZIONALE E IL DECLINO - Nell'estate 2007 passa in comproprietà alla Roma (foto pagineromaniste.com) e conquista subito la Supercoppa Italiana. La sua avventura nella capitale non è però fortunata: Esposito vive all'ombra dei grandi campioni giallorossi senza mai riuscire a dare il contributo tanto atteso e a fine stagione, dopo sole 8 presenze in campionato e la conquista della Coppa Italia, lascia la Roma per trasferirsi al Chievo. In provincia ritrova continuità d'impiego ma, nonostante le 27 presenze, non riesce mai ad entrare nel tabellino dei marcatori e a fine campionato, scaduto il prestito, fa ritorno in giallorosso. La stagione 2009-2010 è l'annus horribilis per l'ala campana: una sola presenza nel match di Coppa Italia contro la Triestina in cinque mesi lo spingono ad emigrare a Grosseto in Serie B. A fine stagione la Roma decide di non rinnovargli il contratto e rimane svincolato a soli 31 anni. Le offerte da club di buon livello non arrivano così, dopo un'estate passata a cercare una sistemazione, Esposito decide di accettare la proposta dell'Atletico Roma, società di Lega Pro. Il fallimento della società romana comporta la fine del suo contratto e a giugno del 2011 rimane nuovamente svincolato e, all'età di 32 anni, dice addio al calcio professionistico. Dopo qualche militanza nel calcio amatoriale prova a cambiare strada e, dopo un viaggio in Brasile, decide di intraprendere la carriera imprenditoriale. Grazie alle idee creative di suo cugino, fonda un marchio d'abbigliamento che riscuote un discreto successo tra i tanti amici calciatori e nel mondo dello spettacolo.