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  • Che fine ha fatto la diga Desailly

    Che fine ha fatto la diga Desailly

    • Massimiliano Cappello

    Pe la serie "a volte ritornano". Ai tifosi rossoneri più attenti non sarà di certo sfuggita la visita di Marcel Desailly a Casa Milan di venerdì scorso, un momento amarcord in questo periodo di scarse soddisfazioni. E proprio al colosso franco-ghanese è dedicata la rubrica odierna di "Che fine ha fatto?".

    COME NON NE NASCONO PIU' - "Non ci sono più i difensori di una volta". Quante volte abbiamo sentito questa frase negli ultimi anni? Ecco, di difensori come Desailly non ne nascono davvero più . Uno che con la sola presenza era in grado di garantire sicurezza ai compagni e incutere paura agli avversari. Prestanza fisica, capacità di leggere le situazioni in anticipo rispetto gli avversari, progressione implacabile e mente lucida a compensare una tecnica non certo eccelsa. Nel corso della carriera la sua duttilità tattica e una grande intelligenza calcistica gli hanno consentito di essere schierato indifferentemente da difensore centrale o da centrocampista di rottura. Due ruoli, una costante:"di qui non si passa".

    LE ORIGINI E LA PRIMA CHAMPIONS - Figlio di un diplomatico francese nasce ad Accra nel 1968 e si trasferisce in Francia in giovane età. Cresce ammirando le gesta del fratello maggiore, tragicamente scomparso in un incidente stradale all'età di 23 anni, e proprio per seguire le sue orme si dedica anima e corpo al calcio fin da bambino. Esordisce nel Nantes a 18 anni e da subito dimostra grande sicurezza al centro della retroguardia dei Canarini, tanto da suscitare l'interesse del Marsiglia, club con il quale vince l'edizione 92/93 della Coppa Campioni contro il Milan. Proprio in occasione della finale di Monaco di Baviera i rossoneri se ne innamorano e lo acquistano per 10 miliardi di lire.

    TRIANGOLO MAGICO - A Milano Fabio Capello decide di avanzare il suo raggio d'azione posizionando al centro della linea mediana. Pesantemente criticato dalla stampa per i suoi interventi al limite del regolamento, diventa immediatamente imprescindibile per la formazione rossonera. In concomitanza con la coppia formata da Baresi e Costacurta forma un muro insuperabile a protezione di Sebastiano Rossi, estremo difensore cesenate che vanta ancora oggi il record di imbattibilità di 969 minuti.

    L'UOMO DELLE FINALI - Se è vero che la carriera di un giocatore non può essere valutata in base al numero dei trofei vinti, siamo certi che pensando alla sua esperienza in rossonero qualche rimpianto Desailly ce lo avrà. La prima stagione a Milano inizia con la finale di Supercoppa Europe persa nel doppio confronto contro il Parma, prosegue con la Coppa Intercontinentale persa contro il San Paolo e si conclude con la conquista dello Scudetto e l'umiliazione inflitta al Barcellona di Joahn Cruijff. Un secco 4-0 con Desailly che, in tutta risposta alle provocazioni del maestro olandese ("Noi abbiamo comprato Romario, loro Desailly"), finisce sul tabellino dei marcatori. La stagione 94-95 del Milan di Capello comincia con la sconfitta in Coppa Intercontinentale, prosegue con la vittoria in Supercoppa Europa contro l'Arsenal e finisce con la sconfitta in finale di Coppa Campioni contro l'Ajax, per quella che sarà l'ultima finale disputata dal gigante francese con la maglia rossonera. Bilancio? 2 finali vinte, 4 perse. Prima di passare al Chelsea nell'estate del '98, esperienza iniziata nel migliore dei modi con la vittoria della Supercoppa Europa contro il Real Madrid, Desailly vince il suo secondo campionato in maglia rossonera nella stagione 95-96.

    ALLA CONQUISTA DEL MONDO - Se l'esperienza al Milan di Desailly non è stata delle più fortunate, lo stesso non si può dire di quella con la maglia della nazionale francese. L'addio ai rossoneri è coinciso con l'inizio del bienno magico 98-00 in cui i galletti hanno conquista il Mondiale disputato in casa e l'Europeo in Belgio e Olanda. Con la maglia dei Bleus ha inoltre conquistato due Confederation Cup (2001 e 2003) con la fascia di capitano al braccio, raggiungendo quota 116 presenze, record poi superato da Thuram (142) e Henry (123).

    UN MICROFONO E TANTO CUORE - All'età di 37 anni decide di abbandonare il calcio europeo e trasferirsi nel destero qatariota dove disputa due stagioni: all'Al Gharafa prima e nel Qatar Sc poi, prima di dare l'addio definitivo al calcio giocato. Attualmente risiede in Ghana dove ha fondato la Lizzy Sports Complex, una delle più prestigiose accademie calcistiche del continente africano. E' inoltre membro della Laureus Academy e dell'OrphanAid Africa Lifetime, progetti sociali dedicati ai bambini disagiati. L'addio al calcio non è stato però definitivo, mentre aspetta la chiamata di una nazionale per ricoprire il ruolo di selezionatore, si diverte nelle vesti di commentatore tecnico per network inglesi e francesi.

     


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