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Che fine ha fatto? 'Bad boy' Bellamy, dalla rissa con Riise e la 'strizzata' a Clattenburg all'accusa di bullismo
IL CALCIO COME FUGA DALLA POVERTA' E GLI ESORDI DA SOGNO COL NORWICH - Craig Douglas Bellamy nasce a Cardiff, capitale del Galles, il 13 luglio del 1979: dinamico, veloce, dotato di buona tecnica e fiuto del gol, il giovane inizia subito a giocare a calcio, sport che gli evita di finire in brutti giri come diversi suoi coetanei cresciuti in famiglie del proletariato inglese tra gli anni '80 e gli anni '90. Si trasferisce sin da subito in Inghilterra, dove cresce nelle giovanili dei Bristol Rovers prima e del Norwich City poi: proprio con la maglia dei Canarini esordisce nella massima serie inglese, a soli 17 anni. La vera e propria esplosione avviene però l'anno seguente, quando da poco maggiorenne diventa titolare e disputa trentotto partite, realizzando tredici gol, prima di bissare nella stagione dopo, con altri diciassette gol in trentotto partite.
INFORTUNI E 'COLPI DI TESTA' - Già durante questi primi anni da professionista vive quelle che saranno le costanti negative della sua carriera: due gravi infortuni che lo tengono fuori per quasi un anno e i primi "colpi di testa", culminati in diversi battibecchi con gli allenatori. Il Coventry City decide di puntare su di lui per sostituire il partente Robbie Keane, finito all'Inter, ma l'avventura è sfortunata e culmina con la retrocessione degli Sky Blues. L'anno seguente passa al Newcastle: proprio con la maglia dei Magpies vivrà una delle esperienze più belle in carriera, arretrando il proprio raggio d'azione e segnando meno, ma raggiungendo i livelli più alti nel calcio europeo.
AL NEWCASTLE CON ROBSON E SHEARER: GOL, RISSE E 'I AM CRAIG BELLAMY...' - Sotto la guida dell'allenatore Bobby Robson forma una prolifica coppia d'attacco con il compagno di squadra Alan Shearer e a fine campionato viene anche eletto come miglior calciatore giovane dell'anno in Inghilterra, superando concorrenti del calibro di Steven Gerrard. Bellamy è spesso decisivo, ma a volte gli si chiude la bolla: oltre a una rissa con uno studente reo di averlo insultato, in Champions League rimedia una squalifica di tre turni per un calcio a un avversario nel match contro l'Inter, mentre qualche mese dopo lancia una sedia al proprio vice-allenatore di quel periodo. Il rapporto con Souness, successore di Robson sulla panchina dei bianconeri, si deteriora in fretta, con il tecnico che inizia a escluderlo per problemi comportamentali: le accuse e gli insulti si accumulano, finché il gallese non viene letteralmente spedito in prestito in Scozia, al Celtic Glasgow, dopo aver rifiutato il trasferimento al Birmingham City, affermando "I am Craig Bellamy and I don't sign for shit football clubs", ovvero "Io sono Craig Bellamy e non firmo per delle squadre di calcio schifose".
GLI INSULTI A SHEARER, BLACKBURN CON HUGHES E IL GALLES CON GIGGS - In Scozia vince il primo trofeo della propria carriera, una Coppa nazionale, ma non perde il vizio: invia infatti dei messaggi di scherno all'ex compagno e capitano del Newcastle Shearer e al figlio del presidente, dopo la sconfitta dei Magpies nella semifinale di FA Cup. Torna quindi in Inghilterra, firmando per i Blackburn Rovers, dove ritrova il tecnico connazionale Mark Hughes, che l'aveva allenato con ottimi risultati nella nazionale gallese, assieme a compagni come Ryan Giggs e Robbie Savage, di cui sarà anche capitano: Bellamy torna quello di una volta e mette a segno diciassette reti, contribuendo al sesto posto in Premier e attirando su di se le mire di importanti club europei, compresi quelli italiani, inoltre viene scagionato dall'accusa di aver usato violenza su due donne.
LA CORTE DI ROMA E JUVE, LA RISSA A LIVERPOOL CON RIISE - Lo vogliono infatti anche Roma e Juve, ma sceglie il Liverpool, preparando quella che si rivelerà la pagina più gloriosa della sua carriera: Rafa Benitez, che lo aveva richiesto espressamente, punta su di lui, che finalmente può giocare nel club di cui era tifoso sin da bambino, assieme al Cardiff City. Con la maglia dei Reds segna poco ma si rivela fondamentale per l'equilibrio della squadra. Il carattere però non cambia, anzi: una sera in ritiro, da ubriaco, intraprende una rissa con il compagno di squadra John Arne Riise, che poi giocherà nella Roma, attaccandolo in seguito con una mazza da golf durante una sessione di allenamento, atteggiamento che gli costa una multa salatissima. Nella partita successiva al battibecco, in trasferta contro il Barcellona, Bellamy dimostra tutta la sua estrosità: segna e festeggia il gol del momentaneo 1-1 simulando un colpo con una mazza da golf, per poi fornire l'assist per il definitivo 1-2 proprio a Riise,
LA 'STRIZZATA' ALL'ARBITRO CLATTENBURG - Il suo modo di essere gli impedisce purtroppo di mettere radici in un club, dovendo spesso cambiare ambiente: passa quindi al West Ham, dove può avere più spazio da titolare, ma a Londra non si ambienta, complici anche i soliti problemi fisici. L'anno seguente è al Manchester City, dove ritrova Mark Hughes, l'allenatore che lo sa far rendere al meglio: in quei tempi ci fu un incontro molto particolare con Mark Clattenburg, arbitro inglese, che oggi ne parla così: "Bellamy era maleducato, sempre impertinente ed offendeva. Un provocatore nato che ti metteva in difficoltà, un vero e proprio incubo. Sapevo che il mio rapporto con lui non era perfetto perché nel 2009 in un match del City contro il Bolton lo espulsi per doppia ammonizione. Non se l'era dimenticato e nel tunnel all'Etihad, mi si avvicinò e mi strizzò letteralmente le p… e non scherzo!".
IL RAPPORTO CON MANCINI, IL RITORNO A LIVERPOOL E LA LEGGENDA DEL CARDIFF - Dopo l'arrivo al City di Roberto Mancini, Bellamy capisce di dover cambiare nuovamente aria: il rapporto tra i due infatti è pessimo: durante un derby tira un pugno a un tifoso dello United che aveva fatto invasione di campo, prima di litigare pesantemente con l'attuale tecnico della nazionale italiana. Pensa addirittura di lasciare il calcio, prima di passare in prestito al Cardiff City, la sua squadra del cuore, con cui torna a essere decisivo, segnando undici gol in trentacinque gare. Anche l'anno seguente si rivela ottimo, con il ritorno a Liverpool, la città più amata, prima del ritorno a casa, ancora nella capitale gallese: con la maglia dei Bluebirds milita dai 33 ai 35 anni, chiudendo una carriera ricchissima con una storica promozione in Premier League e diventando il primo calciatore in assoluto a segnare con sette squadre diverse nella massima serie inglese.
L'ACCUSA DI BULLISMO E 'ANDERLECHT: BELLAMY OGGI - Dopo il ritiro, decide sin da subito di intraprendere la carriera da allenatore, prima nell'Under 18 del Cardiff City, di cui diventa al contempo dirigente, e in seguito nell'Under 21 dell'Anderlecht, in Belgio, dov'è tuttora: durante la prima esperienza viene sospeso dal club per via di un'accusa di bullismo da parte dei genitori di Alfie Madden, che hanno accusato Bellamy di xenofobia, di avere cambiato il carattere del figlio che a loro detta avrebbe lasciato l'academy del Cardiff per colpa del tecnico. Vero o falso? This is Bellamy.
@AleDigio89