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    Che fine ha fatto? Ali Daei, 'grande re dell'Iran': dal Bayern al 'Daei Stadium'

    Che fine ha fatto? Ali Daei, 'grande re dell'Iran': dal Bayern al 'Daei Stadium'

    • Alessandro Di Gioia
    Ali Daei è il più grande calciatore iraniano di tutti i tempi: la sua storia è profondamente intrecciata a quella del suo paese, lo si capisce sin dall'infanzia di questo futuro grande attaccante, visto che compie 10 anni dieci giorni prima del referendum che in Iran mette fine alla monarchia dei Pahlavi e dà inizio alla Repubblica islamica guidata dall'Ayatollah Khomeini, di ritorno nel Paese dopo quindici anni di esilio. Ali cresce ad Ardabil, a 600 chilometri di distanza da Teheran, la capitale in cui tutto questo avviene, ma si sente già partecipe di un grande cambiamento. Un cambiamento che sosterrà per tutta la sua vita, diventando più di un semplice calciatore: diventando un simbolo.

    TRA LAUREA E GIAPPONE - Eppure Ali Daei non ha il talento innato che avrà qualche anno dopo il suo connazionale Ali Karimi, "lo Stregone di Teheran", trequartista che finirà anche lui in Germania: la sua caratteristica principale è la caparbietà, la testardaggine e la voglia di diventare qualcuno, in qualisasi campo. Di etnia azera, come molti in Iran, si contraddistingue per i tratti somatici: viso magro, aria fiera, capelli a spazzola e baffoni. Il calcio all'inizio è poco più che un passatempo, nella sua vita impegnata: comincia a giocare nel club del suo paese natale, l'Esteghlal ("indipendenza") Ardabil, all'età di 19 anni, ma nel frattempo studia e si laurea all'Università Tecnologica di Sharif, in ingegneria dei materiali. Ma la stoffa è quella del bomber: l'anno seguente passa al Taxirani FC, club della capitale Teheran, dove gioca per una sola stagione prima di unirsi all'altro club della città, il Bank Tejarat FC, costretto a rifiutare un ingaggio nella J League giapponese a causa del servizio militare. 

    L'AMICIZIA CON RAFSANJANI E IL PERSEPOLIS - La guerra con l'Iraq è appena finita, il campionato è fermo e dunque Ali non percepisce alcuno stipendio, ma può mettersi in mostra nella squadra di proprietà dell'istituto di credito omonimo, nella quale trascorre 4 anni. Proprio durante questo periodo diventa amico intimo di Rafsanjani, uno dei più importanti uomini politici iraniani, e nel frattempo riesce a iscriversi alla prestigiosa Sharif University di Teheran, considerata nel Paese la prima scelta per le facoltà di Ingegneria Fisica. Ma il talento calcistico è maggiore: dopo aver segnato tre gol in tre presenze col l’Under 23, esordisce in nazionale maggiore, nel 5-0 rifilato al Pakistan a Teheran, nell’ultima edizione della Eco Cup, mentre si trasferisce al blasonato club iraniano del Persepolis, nelle cui fila realizza 28 gol in 38 partite. L'anno seguente riceve un’offerta dall'Al-Sadd, in Qatar, e si trasferisce nel Golfo Persico, dove realizza 10 gol in 16 presenze.

    DAL MONDIALE AL BAYERN - La Coppa d'Asia del 1996 lo lancia attira però il grande palcoscenico, quello europeo: 8 reti che conducono l'Iran fino alla semifinale, poi persa contro l'Arabia Saudita, futura campione: Ernst Middendorp, allenatore vagabondo che aveva allenato in quasi tutto il globo, compreso l'Iran, lo porta in Germania, nell'Arminia Bielefeld, assieme al compagno di nazionale Bagheri. L'allenatore della nazionale Mohammad Mayeli Kohan per ripicca lo esclude dalle prime convocazioni per le qualificazioni a Francia ’98, assieme ai compagni Mahdavikia e Bagheri, mossa che gli garantisce il licenziamento prematuro, per il quale accusa proprio Daei. I rapporti tra i due saranno sempre tesi, tanto da arrivare ad una causa per diffamazione, che porterà il tecnico al carcere. In Germania l'iraniano debutta realizzando sette reti in una stagione (di cui due alle prime due classificate, Kaiserslautern e Bayern), ma non riesce a salvare l'Arminia. Si fa però notare, più che per l'aspetto ordinario, per l'imprevidibilità e la potenza, che lo portano a conquistare la partecipazione al Mondiale del 1998 con l'Iran (nel quale batterà per 2-0 gli Usa, in quella che è più di una semplice partita di calcio) e ad essere acquistato dal Bayern Monaco.

    L'UOMO DEI RECORD - Purtroppo al Bayern Monaco Ali Daei non troverà molto spazio, chiuso da Carsten Jancker, ma riuscirà comunque a segnare 6 gol e ad essere il primo asiatico a debuttare in Champions League. Ma il momento più bello della sua carriera arriverà all'Hertha Berlino: doppietta al Chelsea e gol al Milan nella massima competizione europea. Rimane in Germania fino al 2002, quando decide di trasferirsi all’Al Shabaab, negli Emirati.Nel 2003, durante una partita di qualificazione alla Coppa d’Asia contro il Libano, sorpassa Puskas nella classifica all-time dei marcatori con la Nazionale, anche se la sua stella comincia a brillare meno, anche per l'esplosione di Karimi. Gioca ancora per qualche annO, tra Persepolis e altre squadre iraniane, prima di iniziare a dedicarsi all'attività imprenditoriale e a quella di tecnico: dopo aver allenato la Nazionale, il Rah Ahan, il Persepolis, Daei allena il Nafth Tehran. Oltre a investire in opere filantropiche, costruendo istituti scolastici e un ospedale, ha commissionato la costruzione dello stadio di Ardabil, che si è auto-intitolato. Rimane comunque nel novero delle "leggende del calcio", visto che secondo l'Ifhhs nessuno ha fatto più gol di lui in partite ufficiali con la maglia della propria Nazionale: 109 gol in 149 partite con il Team Melli tra il 1993 e il 2006, l’unico ad aver superato quota cento. 

    @AleDigio89

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