Cesenamania:| Inizia l'era Giampaolo
E' l'alba di un nuovo giorno in casa Cesena. Archiviata la bella, bellissima salvezza, archiviata la discussa e per certi versi discutibile era Ficcadenti, archiviate le sofferenze di una stagione eufemisticamente intensa, è il momento di guardare al futuro; e il futuro, ovviamente, porterà la firma di un nuovo tecnico. Campedelli ha speso energie, tempo e risorse per trovare l'uomo adatto cui affidare il compito di mantenere il cavalluccio nella massima serie, e la scelta finale è caduta su un personaggio quantomeno interessante: Marco Giampaolo.
Quarantatré anni, abruzzese e fratello di quel Federico Giampaolo che la Romagna l'aveva conosciuta da giocatore con la maglia biancorossa del Rimini, il prossimo nuovo allenatore del Cesena è il prototipo del mister che piace a Campedelli: giovane, ambizioso, determinato e tatticamente preparatissimo ai limiti del maniacale. Per certi versi ricorda proprio l'uscente Ficcadenti, con la netta differenza tracciata dal suo buon curriculum in serie A. Giampaolo è, sulla carta, un'ottima base su cui fondare un Cesena che se da un lato ripartirà da 4-5 elementi del gruppo storico, dall'altra avrà bisogno di operare tanto nel mercato estivo e di trovare in fretta una propria identità.
Con ogni probabilità, Giampaolo non potrà contare su Parolo, che pare destinato a zone più nobili della classifica, anche se i tifosi si aggrappano alla suggestiva ipotesi di cessione al Genoa di Preziosi che lascerebbe il centrocampista in prestito per un'altra stagione in riva al Savio. E' intricato anche il futuro di Giaccherini, gradito al tecnico ma suo malgrado cercato da tanti club di A, e in caso di offerte importanti difficilmente il Cesena potrebbe trattenerlo. In entrata rimbalzano insistentemente le voci riferite a Pasquale Foggia, ectoplasma alla Lazio e pupillo del nuovo allenatore bianconero, ma molto dipenderà anche dalla vicenda Jimenez, che si cercherà di trattenere in ogni possibile maniera.
Chi non ci sarà, senza dubbio, è Luigi Piangerelli, che qualche settimana fa ha dato il proprio addio al calcio giocato dopo 20 anni di carriera ad alti livelli e soprattutto ad altissimo spessore umano; il centrocampista oramai romagnolo d'adozione ha speso parole tutt'altro che tenere nei confronti del suo ex allenatore Ficcadenti, reo di non avergli permesso il saluto ed il giusto tributo della piazza negli ultimi, ininfluenti, minuti casalinghi di campionato contro il Brescia. 'Ho chiesto al mister spiegazioni e mi ha detto di essersi dimenticato - ha dichiarato Piangerelli -, e che avrei dovuto chiedergli io di entrare; ma non ho mai chiesto a nessuno di giocare in vent'anni, non intendevo iniziare certo con Ficcadenti'. Quando si dice andarsene da signori...