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    Cesena, Berti a CM: "Alla Fiorentina non avevo grandi aspettative"

    Cesena, Berti a CM: "Alla Fiorentina non avevo grandi aspettative"

    • Francesco Guerrieri
    Tommaso Berti è il ragazzo che tutte le madri vorrebbero per le loro figlie. Zero tatuaggi, nessun orecchio e poco social: "Diciamo che sono un giovane-vecchio" scherza il centrocampista del Cesena nella nostra intervista. Amici? Quelli di sempre. Passioni? Il ciclismo: "Quando racconto ai miei compagni che d'estate vado in bici mi prendono per pazzo". Mezz'ala classe 2003, è uno dei migliori giovani della Serie B. Una parentesi con la Fiorentina e il Milan sfiorato per qualche giro di orologio, oggi Berti è concentrato solo sul suo Cesena dove è nato e cresciuto: "Per me è un orgoglio giocare con questa maglia, da tifoso l'ho seguito in ogni categoria".

    Nell'estate 2021 il tuo trasferimento al Milan è saltato all'ultimo.
    "Mancavano pochi giorni alla fine del mercato, sapevo di quest'interesse del Milan ma avevo qualche dubbio perché ero molto giovane. Lì per lì non avevo realizzato bene che a 17 anni mi aveva cercato una squadra così importante, anche se per la Primavera. Io ero poco convinto perché avevo fatto solo una decina di partite in Serie C, ma comunque  il trasferimento non si è concretizzato perché non c'era più tempo".

    Nell'estate 2022 vai alla Fiorentina in prestito con diritto di riscatto ma giochi solo in Primavera e torni al Cesena. Cosa non ha funzionato?
    "Credo abbia funzionato quasi tutto: ho segnato nella finale di Supercoppa vinta, in campionato ho fatto 7 gol come mai successo in carriera, siamo andati in finale di Coppa Italia e abbiamo perso lo scudetto contro il Lecce al 121'. Io penso di aver fatto una buona stagione, poi chiaramente le scelte le fanno altri".

    In panchina c'era Aquilani, in cosa ti ha aiutato a crescere?
    "E' stato bravo a farmi capire che lui aveva uno schema di gioco che io non avevo mai visto: si ispirava molto a De Zerbi, e questo mi ha aiutato a migliorare sia tecnicamente che tatticamente".

    Quell’anno l’allenatore della Fiorentina prima squadra era Italiano, ci racconti cosa ti diceva? 
    "Mi sono allenato molte volte in prima squadra, ogni tanto faceva qualche battutina. Io sapevo che sarei andato in Primavera e non avevo grandi aspettative, anche se conoscendo la realtà Fiorentina non sarebbe stato così assurdo debuttare in Serie A".

    L'INTERVISTA COMPLETA 

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