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    Ce l'ho con... L'Inter si goda Thuram. Il clima anti-Lukaku non le rende onore

    Ce l'ho con... L'Inter si goda Thuram. Il clima anti-Lukaku non le rende onore

    • Andrea Distaso
      Andrea Distaso
    Ha vinto la più forte e ha prevalso il più forte in campo in questo momento, nel confronto tra numeri 9, di ruolo o perfettamente calati nella parte. Considerando periodo di forma, giocatori indisponibili su un fronte e sull’altro, risultati e prestazioni recenti, era logico immaginare che l’Inter avesse la meglio sulla Roma e la prova di San Siro non ha fatto altro che confermare che oggi tra la squadra di Inzaghi e quella di Mourinho esiste un abisso. A livello tecnico e tattico ma soprattutto di mentalità e di approccio alle partite. Tutti argomenti che spiegano quasi del tutto perché Marcus Thuram si sia aggiudicato il confronto a distanza con Romelu Lukaku. Tutto bello, tutto perfetto? No. Se il durante di Inter-Roma rientra complessivamente nella normalità di interpretare il tifo al giorno d’oggi e quindi anche (e soprattutto) di bersagliare un avversario - reo di aver “tradito” la causa - il lungo avvicinamento al match di San Siro non è qualcosa di cui andare fieri.

    NON C'ERA SOLO LUKAKU - Se n’è parlato tanto, se n’è parlato troppo: il Lukaku-gate ha tenuto banco per settimane - ma che diciamo? - mesi e tutto il resto, ossia le normali e legittime considerazioni sull’importanza che la partita avrebbe avuto per le due formazioni coinvolte, è stato annacquato, contaminato, inquinato dalle dichiarazioni arrivate da ambo gli schieramenti. In particolare da chi avrebbe dovuto dare l’esempio e invitare tutti quanti a stemperare i toni, piuttosto che esasperarli raccontando la propria versione dei fatti su una vicenda sviscerata in ogni dettaglio e diventata stucchevole. Dalle dirigenze di Inter e Roma è arrivato esattamente quello che rappresenta un interesse di parte, una faccia di una verità che non sarà totale finché il diretto interessato non ci fornirà la sua, come ha paventato nelle scorse settimane. Che attorno si stesse creando un’atmosfera oltre l’ostile, peraltro immotivata per certi versi se si considera che Lukaku oggi non è calciatore di proprietà né dell’una né dell'altra, interessava poco a tutti quanti. Stranamente è interessato poco a chi arrivava da favorita all'appuntamento e ha confermato in campo la sua forza: l'Inter oggi farebbe bene a godersi la sua forza e i suoi giocatori, con un Thuram sugli scudi che è la vera notizia e la vera scoperta di questo inizio di stagione.

    BRUTTA IMMAGINE - Si rimane spiazzati di conseguenza nel sentire che, a ridosso del calcio d'inizio di Inter-Roma, si sia scelto di spegnere microfoni e telecamere per non distogliere l’attenzione dall’evento sportivo. Non vale. Bisognava fare una scelta di campo così drastica e così giusta ben prima, invece di innescare un meccanismo mediatico in cui ci sguazzano tutti ma in cui volutamente si perde di vista il vero obiettivo e si fornisce un'immagine poco edificante del prodotto calcistico nostrano. E dire che di temi da sviluppare ce ne sarebbero stati molti e ancora di più ne ha lasciati in eredità la sfida di San Siro. E non rassicura il fatto che tra poco più di 3 mesi - il prossimo 11 febbraio - le due squadre saranno nuovamente l’una di fronte all’altra. Vogliamo essere ottimisti e coltivare la speranza che non si parlerà solo di Lukaku. E di fischietti.
     

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