Calciomercato.com

  • Getty Images
    Ce l'ho con... Laporta, l'azzardo rischia di portare il Barcellona sul baratro. Senza Champions, che succede?

    Ce l'ho con... Laporta, l'azzardo rischia di portare il Barcellona sul baratro. Senza Champions, che succede?

    • Andrea Distaso
      Andrea Distaso
    Ipotecare il futuro del club per un presente che rischia di presentare a brevissimo un conto salatissimo. Il Clàsico di domenica in casa del Real Madrid non sarà ancora il momento della resa dei conti per Xavi e i suoi calciatori, ma rischia di essere un altro spartiacque di una stagione che si è quasi irrimediabilmente complicata in Champions League col solo punto raccolto nella doppia sfida contro l'Inter. Un fallimento dietro l'angolo quello in Europa che avrebbe ripercussioni piuttosto serie sulla condizione finanziaria, già precaria, di una società che ha dovuto fare ricorso ad ogni tipo di artificio economico per permettersi una campagna acquisti da 160 milioni nella passata estate. E con una resa sul campo che inizia a scricchiolare pericolosamente.

    UN AZZARDO DIETRO L'ALTRO - Sono oltre 700 i milioni di euro raccolti dal presidente Laporta attraverso le famose leve finanziarie che nell'immediato hanno dato respiro alle casse prosciugate da una politica folle sugli ingaggi dei calciatori della gestione Bartomeu, ma che non potevano risolvere definitivamente problemi strutturali rappresentati dagli oltre 100 milioni ancora dovuti per gli acquisti tra gli altri di Pjanic, Coutinho e degli altri "colpi" delle precedenti annate, da una campagna estiva molto dispendiosa e alla quale non è corrisposto un numero sufficiente di uscite e il prestito accordato da Goldman Sachs. La dirigenza blaugrana sapeva di rischiare tanto, di mettere in palio anche la propria reputazione, ma non ha messo in conto che così si metteva in gioco anche la continuità di un'istituzione calcistica di portata mondiale, che senza la seconda qualificazione consecutiva agli ottavi di Champions farà venir meno una parte consistente degli introiti che il Barcellona confidava di garantire ai fondi ai quali ha venduto Barça Studios e diritti audiovisivi per i prossimi decenni.

    IL RISCHIO DEL TRACOLLO - Facile ora scaricare tutte le responsabilità su Xavi, allenatore oggi troppo acerbo (oltre che presuntuoso) per gestire tutte le pressioni derivanti dal gran can can mediatico che aleggia intorno al Barcellona da qualche mese a questa parte e dalla necessità di portare a casa risultati (immediati) per rispondere alle aspettative generate dalla strategia aggressiva e ambiziosa del suo presidente. Il desiderio troppo grande di accorciare i tempi per ridurre il gap dagli acerrimi rivali del Real Madrid e cancellare il ricordo degli ultimi disastrosi anni dell'era Bartomeu ha spinto i massimi vertici della squadra catalana a giocare oltremodo d'azzardo. Con scelte che dal punto di vista tecnico non stanno pagando a sufficienza e che nel medio periodo potrebbero avere effetti dirompenti sulla solidità economica dell'intero club. L'Inter di Inzaghi ha assestato i primi colpi, il Real Madrid e il Bayern Monaco (prossimo avversario in Champions) rischiano di dare quelli di grazia.
     

    Altre Notizie