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    C'è chi guarda il tabellino e chi guarda Leao: è puntando su di lui che il Milan può competere per lo Scudetto

    C'è chi guarda il tabellino e chi guarda Leao: è puntando su di lui che il Milan può competere per lo Scudetto

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Leao divide, non da oggi. Ma dire che Leao ha giocato un pessimo derby, come sostengono non solo i suoi soliti critici, ma anche molti tifosi del Milan, significa innanzitutto fargli una colpa dei 7 milioni che guadagna e poi limitarsi a guardare il tabellino, senza analizzare la partita. Ha segnato? No. Allora ha giocato male. Valutare Leao per il numero di gol è riduttivo e sbagliato, eppure è l’unica unità di misura che si usa nei suoi confronti. E poi ride sempre, e poi ciondola, e poi non ritorna. E poi, cosa altro? Non è continuo, già.

    Ovvio che fare gol è importante, chiaro che dovrebbe segnarne di più. Ma nel calcio c’è altro, oltre il gol. Ci sono gli assist, i pericoli creati, l’apprensione che genera nelle squadre rivali, le marcature anche triple che spesso gli allenatori avversari preparano proprio per lui (Liverpool compreso). A Leao si chiede sempre qualcosa in più e tutto ciò che fa viene sotto dimensionato. Se il Milan attacca più spesso a destra è perché dall’altra parte c’è meno spazio. Se l’Inter nel derby ha spinto solo dal lato di Dimarco e Bastoni è perché l’altra cerniera era bloccata in modo preventivo sul binario forte del Milan.

    Ha sbagliato due gol, dicono i critici. Eppure anche a riguardarle sembrano più due splendide parate di Sommer, una più bella dell’altra. Poteva fare di più? Certo, poteva segnare. Ma c’era, ha tirato, ha centrato la porta, trovando nell’occasione uno più bravo di lui, capace di dirgli no. Senza fare paragoni, ché sono diversi i ruoli non solo tattici ma anche i compiti che gli allenatori gli hanno cucito addosso, l’altro numero 10 del derby, Lautaro Martinez, nelle ultime 14 partite giocate con l’Inter ha segnato 1 solo gol, eppure non c’è tifoso che lo contesti o ne discuta le qualità, mentre proprio i tifosi del Milan, o almeno una parte, sono i censori più severi con Leao. E non è certo questione di stipendi, visto che il Toro da quest’anno guadagna anche di più.

    Leao ha trascinato il Milan nell’anno dello scudetto, vinto sulla base dello schema “palla a Leao”, poi ha subìto l’involuzione della squadra. Un campione può esaltare una squadra ma deve avere uno specchio in cui riflettere il suo valore. Negli ultimi 2 anni, quando il Milan ha giocato le sue migliori partite, dietro c’era sempre la vena di Leao. Con Fonseca, poco supportato da chi gli sta accanto, evidentemente in avvio di rapporto c’è stata qualche incomprensione, sennò non si sarebbe arrivati alla clamorosa esclusione di Roma contro la Lazio (quello è il fatto clamoroso: non il successivo ammutinamento, che ha finito per oscurarlo). C’è ancora tempo per recuperare, nel rapporto come in classifica e il derby l’ha dimostrato: Fonseca e Ibra ci lavorino a fondo, perché col miglior Leao, il Milan può competere per lo scudetto.

    @GianniVisnadi

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