Catania: duello col Pescara per Caraglio
Il Pescara ha messo gli occhi su Milton Caraglio, bomber argentino da tempo nella lista della spesa del Catania. Il club abruzzese s’è fatto sotto nelle ultime ore e questi giorni saranno decisivi per il destino dell’attaccante che spopola in Cile e vorrebbe misurarsi in un campionato europeo. Caraglio nei giorni scorsi ha strizzato l’occhio al club etneo, che l’ha trattato già un paio d’anni fa, salvo fare marcia indietro a causa di problemi fisici. Adesso il bomber sta bene, è tornato in auge e sembrava destinato al Catania come vice Bergessio. Le difficoltà del Pescara di reperire una punta nel campionato italiano (a vuoto i tentativi per Kozak della Lazio e Budan del Palermo) hanno convinto gli adriatici a guardare all’estero e a puntare prepotentemente su Caraglio: il duello con il Catania è appena iniziato.
PRESSING PER IL PAPU - Continua il pressing del Cska Mosca su Gomez, ma il Catania sembra intenzionato a resistere fino a giugno. In prospettiva, al posto del “Papu”, potrebbe arrivare un fedelissimo del tecnico Rolando Maran, ovvero Emanuel Rivas, che adesso gioca nel Verona, ma fino alla scorsa stagione era nel Varese allenato da Maran. Rivas è anche nel mirino del Torino, che ha in panchina un altro suo ex tecnico, Ventura, con cui ha lavorato a Bari.
SPOLLI E BELLUSCI RESTANO - Ci sono varie pretendenti per alcuni punti fermi del club etneo, che saranno trattenuti, a meno che non arrivino offerte economiche choc. Il secondo portiere Frison piace al Chievo, che dovrà sostituire il partente Sorrentino. Il difensore Spolli piace a Napoli e Genoa e un suo compagno di reparto, Bellusci, accende l’interesse di almeno tre club (Torino, Sampdoria e Genoa). In questi casi, però, la strada della società di Pulvirenti è tracciata: non si prevedono cessioni. Discorso diverso per il fantasista Ricchiuti, utilizzato col contagocce da Maran, che ha moltissimo mercato in serie B, ma nelle ultime ore è stato cercato dalla Sampdoria di Delio Rossi. Augustyn, altro “esubero” ha detto no alla corte dell’Ascoli.