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    Cataliotti: Mollo tutto e vado a lavorare alla FIFA

    Cataliotti: Mollo tutto e vado a lavorare alla FIFA

    Mollo tutto e vado a lavorare alla FIFA? L'ho pensato più di una volta. E' stato uno di quei sogni che hanno affollato i miei sonni da post-universitario.

    Mi ero pure informato. La laurea, la conoscenza di una o più lingue, una reputazione impeccabile, passando attraverso un master in management sportivo e il cerchio poteva chiudersi presentandosi in quel di Zurigo con i pugni stretti e la voglia di farcela. L'esito di un colloquio in lingua inglese avrebbe potuto stabilire se il mio futuro sarebbe proseguito o meno presso la Fédération Internationale de Football Association. Ma, come il giovane pastore Santiago, protagonista del romanzo "L'alchimista" di Paulo Coelho, nel mio viaggio all'inseguimento di un sogno (il mio verso la FIFA, quello di Santiago verso le Piramidi ai piedi delle quali avrebbe scoperto un ricchissimo tesoro nascosto), mi imbattei in un'avventura non priva di ostacoli che come per Santiago costituì la rappresentazione allegorica della mia crescita umana e professionale.


    Scelsi, alla fine del mio percorso, di essere un Agente dei calciatori comunque targato FIFA. Dal 2002 al 31 marzo 2015 sono stato ufficialmente un Agente FIFA, prima dell'abolizione della nostra categoria a favore della liberalizzazione dell'attività (dal 1° aprile). Ma quel sogno di lavorare alla FIFA, almeno per me, oggi è tramontato per sempre. Ora, l'interrogativo dei futuri manager del calcio sarà rimasto quello che affollò i miei sonni? Mollare tutto per lavorare presso le sedi della FIFA?

    La FIFA, nata il 21 maggio 1904, istituzione di governo mondiale del gioco del calcio a cui aderiscono più di 200 Federazioni, dotata di potere legislativi, esecutivi ed amministrativi, riuscirà a mantenere il suo appeal sui futuri manager del pallone? Delego la risposta ad altri. Mi limito a sottolineare che la FIFA ha subito un colpo durissimo alla propria immagine per gli eventi che si sono susseguiti negli ultimi mesi. Non ultimo – e forse il più duro da digerire - il verdetto del Comitato Etico con il quale Sepp Blatter e Michel Platini sono stati accusati e condannati con una sospensione di otto anni con effetto immediato (decisione soggetta ad appello, è bene ricordarlo!), per avere l'uno, Blatter, versato nel 2011 all'altro, Platini, due milioni di franchi svizzeri di cui ha sentenziato il Comitato Etico della FIFA "...Blatter non è stato in grado di dimostrare la presenza di basi legali per questo pagamento. La sua affermazione di un accordo orale non è stata convincente ed è stata respinta" e ancora si legge nella sentenza: "Le azioni del signor Blatter non hanno mostrato l'impegno di un atteggiamento etico, non riuscendo a rispettare tutte le leggi e i regolamenti" dimostrando "una condotta abusiva della sua posizione di presidente della FIFA"; e non sono stati fatti sconti neppure al campione francese che si difende ad alta voce spalleggiato dalla UEFA che "sostiene il diritto di Michel Platini a un giusto processo e l possibilità di rendere il suo nome pulito".

    Come biasimarlo? Ok. Ripeto, lasciamo a tutti la libertà di puntare il dito oppure di perdonare, ma non permettiamo a nessuno di impedirci di continuare a sognare di lavorare nel mondo del calcio. Neppure con questo articolo...


    Jean-Christophe Cataliotti - www.footballworkshop.it  


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