Calciomercato.com

  • 2015 Claudio Villa - Inter
    Cataliotti: Inter-Osvaldo, mobbing o inadempienza contrattuale?

    Cataliotti: Inter-Osvaldo, mobbing o inadempienza contrattuale?

    Calciomercato.com ha posto all'Avv. Jean-Christophe Cataliotti, Agente FIFA e titolare dei corsi di Reggio Emilia per aspiranti osservatori e intermediari (per info si rimanda al sito www.footballworkshop.it), alcune domande sulla intricata vicenda che vede coinvolti il calciatore Osvaldo e la società Inter.

    Tante accuse da una parte e dall'altra. E' così scontato che Osvaldo lascerà l'Inter?
    Direi proprio di sì. Il campanello d'allarme è da ravvisarsi nel fatto che Osvaldo in questi giorni non si sta allenando e sembrerebbe questa circostanza l'inevitabile preludio ad una cessione del giocatore.

    Si può parlare di mobbing?
    Non ho sufficienti elementi a disposizione per poter rispondere ad una tale domanda. Occorrerebbe, ad esempio, sapere se l'assenza dagli allenamenti sia stata volontaria oppure imposta dalla società.

    Che differenza ci sarebbe?
    Se il calciatore non si presenta agli allenamenti, il calciatore è inadempiente contrattualmente in quanto, come sancisce l'art. 7, comma 2, dell'Accordo Collettivo dei calciatori di serie A, "...il calciatore deve partecipare a tutti gli allenamenti nelle ore e nei luoghi fissati dalla Società...". E quando il calciatore viene meno ai suoi obblighi contrattuali verso la società, quest'ultima può applicare i provvedimenti di cui all'art. 11 del suddetto Accordo che sono graduati in relazione alla gravità dell'inadempimento.

    E se, invece, l'esclusione dagli allenamenti viene imposta dalla società?
    La misura dell'esclusione dagli allenamenti può essere adottata come provvedimento nei confronti del calciatore oppure può essere inflitta ingiustificatamente. Solo nel secondo caso il calciatore potrebbe invocare la violazione dell'art. 7, comma 1, dell'Accordo Collettivo secondo il quale "il calciatore ha diritto di partecipare agli allenamenti....con la prima squadra". Tale ultima disposizione mira a tutelare la dignità professionale del calciatore che non può essere messo "fuori rosa" senza validi motivi.

    Altre Notizie