Cassano: 'Al Real arrivai a pesare 93 chili. Totti? Non mi parlò per due anni'
Antonio Cassano, attaccante della Sampdoria ha rilasciato un’intervista al quotidiano spagnolo AS per ricordare la sua esperienza al Real Madrid raccontando anche qualche aneddoto sulla sua esperienza alla Roma a pochi giorni dalla sfida di Champions League fra le due squadre: "La Roma di Spalletti voleva mandarmi via. Bronzetti mi ha chiamato: “Antonio, vai nella più grande squadra”. Gli risposi: “Qual è la più grande squadra”. Mi ha risposto: “Il Real”, e allora io mi sono lamentato: “Ernesto, non prendermi per il c…”. a non scherzava. Venne da me e mi passò Florentino Perez al telefono. Non potevo dire di no. Molti avrebbero pagato per giocare lì. E poi quello era il Madrid dei Galácticos!. Solo uno scemo può essersi comportato come ho fatto io".
LA PASSIONE PER DONNE E CIBO - "Quando uno è giovane, 20 anni, e con la passione per le ragazze... ha una forza che potresti far sesso ogni giorno. E le opportunità io le ho sempre avute. Ero Cassano, il giocatore del Real! Se avessi fatto qualsiasi altro mestiere non mi avrebbe filato nessuna, nemmeno mia madre! Il cibo? Al Real sono arrivato a pesare 93 chili. E per me il peso ideale sarebbe 83 perché sono alto 1,75. Avevo un amico lì a Mirasierra, alle 10 mi portava in appartamento tutto il cibo che volevo. La sfortuna era che quando si giocava fuori casa... lui non ci fosse!".
DALLA ROMA AL RAPPORTO CON TOTTI - "Alla Roma avevo 18 anni. Quando ero piccolo ho sempre voluto giocare con Totti. Un retroscena? Alla vigilia di un 4-0 contro la Juventus. Ho rubato le chiavi di Trigoria ed sono tornato alle sei. E ‘stata la mia migliore notte in un campo: ho provocato un rigore e segnato due gol. Totti è una persona fantastica, ha fatto molti sacrifici. Sono stato sei mesi a vivere a casa sua quando ho firmato con la Roma. Il famoso litigio? Fu per mancanza di rispetto e smise di parlarmi per due anni".