Caso scommesse, Fagioli, Tonali, Zaniolo e le diverse strategie: chi patteggia, chi parla, chi tace
FAGIOLI - Nicolò Fagioli con i suoi avvocati, come sottolinea La Gazzetta dello Sport, ha studiato la strategia per limitare i danni. Da qui l’autodenuncia alla Procura, ammettendo di aver scommesso sul calcio e fornendo elementi utili alle indagini. Massima collaborazione, con Chinè che lo ha già ascoltato più volte. Ha detto tutto: nomi, sport su cui scommetteva, cifre e piattaforme. Ha puntato su partite di calcio (si sussurra anche di Serie A e Champions), ma mai su quelle della Juventus. L'obiettivo? Uno sconto sulla pena. I tre anni cui fa riferimento l'articolo 24 possono essere mitigati per chi ammette le proprie colpe. Fagioli intende patteggiare prima del deferimento per ottenere così una riduzione del 50% della pena. E conviene farlo ora perché, se invece si patteggia tra il deferimento e la prima udienza, la riduzione è soltanto di un terzo.
TONALI E ZANIOLO - Nei prossimi giorni il procuratore Chinè incontrerà anche Tonali e Zaniolo, i cui device sono ora in possesso degli inquirenti. L’ex giallorosso si è trincerato dietro a un robusto silenzio dopo aver dato la sua prima versione: ha giocato solo a blackjack e poker, mai sul calcio né sulla Roma. Secondo Il Corriere dello Sport però le prime carte a disposizione della magistratura inchioderebbero entrambi per aver scommesso cifre enormi (si parla di un milione di euro a testa) anche su partite di Serie A e Champions League. L'ex rossonero invece pare più scosso. Ha ammesso l’errore a chi gli sta vicino e lo farà anche quando verrà ascoltato da Chiné. Ha iniziato un percorso di recupero, rivolgendosi a uno psichiatra e curerà la ludopatia.