Caso plusvalenze, al via il processo: cosa rischiano le 11 società coinvolte
RISCHI - Più di chiunque altro, tremano Parma e Pisa in Serie B, per cui dovrebbe essere chiesta una penalizzazione importante, di carattere afflittivo, eventualmente anche nella prossima stagione: nel loro atto di deferimento, infatti, viene citato il famoso comma 2 dell'art. 31 del Codice di giustizia sportiva, quello che prevede la possibilità di punti di penalizzazione o addirittura di retrocessione o di esclusione dal campionato. Secondo l'accusa, l'aver gonfiato il valore delle plusvalenze è stato determinante per Parma e Pisa per l'iscrizione ai campionati. Tale scenario invece non si è verificato per le altre nove società coinvolte, che per questo rischiano solo maxi multe e inibizioni per i dirigenti.
VALORE 'OGGETTIVO' - C'è poi un altro aspetto e che non riguarda esclusivamente le sanzioni, perché si tratta nei fatti di un nuovo tentativo della Procura federale di superare l'impossibilità di fissare oggettivamente il valore di un giocatore, questa volta facendosi forte dei primi riscontri dell'indagine 'Prisma' di Torino, nonché della relazione della Covisoc e della 'verifica ispettiva' della Consob. Se la Procura riuscisse ad avere ragione in sede di Tribunale federale (attendendo poi il processo d'appello entro la fine dei campionati e l'eventuale decisione del collegio di garanzia dello sport), la dinamica della plusvalenza facile per risanare i conti entrerebbe in cisi. Bene sottolineare che la partita giudiziaria sulle plusvalenze non si limita al processo sportivo di Roma, perché è in corso anche l'inchiesta penale di Torino ed è stata avviata anche quella dai pm di Milano.