Caso Guardiola:| Stanco di vincere al Barça
Al centro del mercato allenatori: Inter e Chelsea aspettano le sue mosse. Ma altrove sarebbe così bravo?
Lo strano caso Guardiola.
Rischia di passare alla storia come l'uomo che si stufò di guidare la squadra più bella del mondo. Colpa dell'insostenibile perfezione del Barcellona.
«Credo che il mio periodo al Barcellona stia finendo». Forse l'interpretazione delle parole è andata oltre le intenzioni di Pep Guardiola ma dal giorno in cui le disse in un'intervista alla Rai, il tecnico della squadra più bella del mondo è entrato di forza nel calciomercato. Chi si prepara al cambio di allenatore, come l'Inter e il Chelsea, ha drizzato le antenne e avviato il sondaggio, ricevendo per ora un timido rifiuto. Nel futuro chissà. Guardiola è arrabbiato per l'intervista rilasciata per il centenario del Brescia, in cui giocò per una stagione e mezza, e dove tornerebbe ad allenare «anche gratis», un sacrificio non indifferente per chi si dice che guadagni 10 milioni a stagione. Ai dirigenti del Barça il Pep ha spiegato che non intendeva sollevare il polverone.
«Ho sempre sostenuto che non si può allenare la stessa squadra per più di quattro o cinque anni perché i giocatori si stancano degli allenatori e viceversa e io sono qui già da tre stagioni. Nient'altro», ha detto al presidente Rosell, allarmato perché la partenza di Guardiola lo metterebbe in difficoltà con i soci del club appena un po' meno che se vendesse Messi o Iniesta. L'impressione è che il divorzio diventerà più possibile nell'estate del 2012 quando scadrà il contratto appena rinnovato (come fa sempre) per una stagione sola. C'è tuttavia la volontà di cambiare aria presto o tardi. Non per soldi, semmai per eccesso di pretese. «In tutto il mondo si concede che una squadra sbagli una partita, qui invece diventa un dramma persino se vinciamo senza dare spettacolo», è il suo cruccio. Se il rapporto con i giocatori non ha una crepa, dopo l'addio a Ibrahimovic, quello con la dirigenza e con l'ambiente ne mostra più di una. Di recente, il Pep è andato su tutte le furie perché Rosell ha detto che il Barça batterà per 5-0 il Real Madrid anche nella finale di Copa del Rey il 20 maggio. «Se lo poteva risparmiare», ha commentato, come se la prese quando il suo presidente ironizzò su Cristiano Ronaldo: «Non cederò Messi al Real a nessun prezzo, semmai potrei comprare Ronaldo come riserva».
E' un atteggiamento che Guardiola affronta con paura e che lo spinge a considerare la fuga dalla panchina più invidiata del mondo. Sotto pelle gli è rimasta la presunzione del club e dell'opinione pubblica che costò al Barça la semifinale di Champions contro l'Inter un anno fa. Adesso teme un altro scherzo di Mourinho in Europa, che vanificherebbe il nuovo successo nella Liga, ormai prevedibilissimo. «Siamo forti ma non tanto da passeggiare con chiunque come pretendono tutti», ha confidato ai giocatori. In Italia la scelta può cadere sull'Inter più che sul Milan, perché Moratti gli è più congeniale di Berlusconi. Raccontano però che il suo vero progetto sia di sostituire Alex Ferguson al Manchester United, quando il baronetto scozzese si ritirerà (e potrebbe farlo tra un anno).
Guardiola pensa che lo United sia un club affine al Barcellona per mentalità, per attenzione al vivaio e per la capacità di consegnare a chi lo allena le chiavi dell'intera gestione. compreso il mercato. Cosa che gli sarebbe più difficile al Chelsea e anche all'Inter. Ora in tanti attendono le sue decisioni. Con un dubbio che buttiamo lì: il Pep ha costruito la squadra migliore del mondo e tra le più belle di sempre ma ci riuscirebbe con altri giocatori e con una filosofia diversa dal Barça?