Caso Chiellini-Belotti: in giro c'è troppa voglia di Napoli. Milan, 9 punti 'rubati'
La tempesta perfetta architettata ad arte, a partire dalle 14.20 in avanti di domenica scorsa (quando e' terminato l'ultimo derby della Mole) da tutti quegli ispettori federali che, probabilmente, lavorano in incognito per la Procura Figc. Altrimenti risulta difficile da spiegare tutto questo interesse morboso nell'invocare, per quasi 2 giorni di fila, la squalifica di Chiellini, suggerendo al procuratore federale Pecoraro di chiedere al giudice sportivo l'utilizzo della prova tv per uno scontro fortuito tra il centrale della Juve e Belotti.
Anzi, me lo spiego eccome: in giro c'e' troppa voglia di Napoli e, nel tentativo di ostacolare o riuscire a procurare qualche danno alla Juventus, vengono utilizzate armi convenzionali e non. E i suggeritori sono sempre gli stessi, col contributo di qualche ex arbitro desideroso di dimostrare al mondo di essere più bravo e fiscale di quelli che ancora esercitano la professione.
Capisco, giornalisticamente parlando, il legittimo desiderio di fare chiarezza e il voler cogliere in una partita di calcio tutto ciò che può sfuggire al controllo dell'arbitro; capisco un po' meno il farlo con certosina meticolosità sempre e solo a senso unico. Talvolta nella medesima partita, com'e' capitato proprio nel derby.
Spiego meglio.
Nel derby della Mole sono stati commessi complessivamente 21 falli, 13 dai granata e 8 dagli juventini. Falli più o meno duri, tipo quello in scivolata di Ansaldi su Pjanic dal quale il bosniaco avrebbe potuto uscirne seriamente malconcio (com'e' capitato invece ad altri suoi colleghi, vedi Higuan, Bernardeschi e Di Sciglio) , eppure quello che ha stuzzicato la pruderie generale e' stato uno scontro, privo di conseguenze - per fortuna- tra Chiellini e Belotti.
Un man-crash casuale, con Chiellini che nell'impeto cinetico della corsa è andato addosso al centravanti granata e con la mano aperta lo ha colpito in pieno volto.
Dall'impatto Belotti e' uscito integro, con tutti i denti al loro posto,la mandibola altrettanto, nessun taglio, men che meno versamenti di sangue. Tant'e vero che , pur restando a terra qualche secondo, non ha protestato ne' durante ne' a fine gara. Un impatto, faccio notare, visto e non sanzionato dall'arbitro Orsato.
Ci hanno pensato altri a montare il casino, ravvisando nell'impeto di Chiellini una condotta violenta tale da dover essere punita con addirittura 3 giornate di squalifica. Convinti di questo, hanno tirato per oltre 70 ore la giacchetta del procuratore federale affinché intervenisse. "Non può non farlo, e' obbligato", li ho sentiti dire con le mie orecchie.
Pecoraro, per una volta, si e' tenuto fuori, forse intuendo cosa avrebbe potuto scatenare una sua presa di posizione dopo aver dichiarato pubblicamente, non più tardi di 15 giorni fa, di vedere il Napoli vincere lo scudetto. Desiderio che unisce ormai l'Italia, dalle Alpi a Lampedusa, come nemmeno Garibaldi era stato capace di fare.
Il solo pensiero che la Juve possa rivincere per la 7° volta consecutiva il campionato procura un mal di pancia all'intero Paese, e quindi qualcosa va fatto.
Ci hanno provato stavolta col Chiellini, ci riproveranno ancora.
Perdendo volontariamente di vista tutto il resto, ritenuto, a quanto pare,di scarso interesse.
Per esempio, che da un mese a questa parte il Milan accumuli punti per l'Europa con gol in netto fuorigioco (Kalinic a Cagliari) oppure realizzati col gomito (il gol di Cutrone con la Lazio) e non gli venga fischiato contro un rigore quando i propri difensori giocano a pallamano dentro la propria area (Calabria con la Sampdoria). Totale, 9 punti.
Li avesse conquistati nella medesima maniera la Juventus, gli stessi colleghi "qualificati" che pretendevano la prova tv per Chiellini si sarebbero sicuramente fatti promotori di un'inchiesta federale sulla regolarità del campionato e,magari, picchettato personalmente l'Allianz Stadium in modo da impedire lo svolgimento degli incontri.
Chissà se lor signori d'ora in poi, insieme ai gol di Turone e Muntari, ricorderanno pure quello di Cutrone. Dubito.
Proprio per questo, vigilo.
Perché da qui a maggio ci riproveranno ancora.