Caro Buffon, la vergogna non è la fuga di notizie: sono i giocatori venduti
Gianluigi Buffon è il simbolo numero uno del calcio italiano e non soltanto per il numero che porta sulla maglia, il ruolo di capitano della Nazionale (113 presenze, terzo nella classifica assoluta) e della Juventus campione d'Italia.
Per questo, ogni suo intervento è importante e viene impreziosito da una qualità che il portiere è fra i pochi a possedere nell'ipocrita mondo del calcio: la sincerità.
Per questo, con la stessa franchezza e forte di una stima reciproca, nata ai tempi della comune partecipazione a "Le partite non finiscono mai", il programma di Darwin Pastorin in onda su La7, dico a Gigi che la vergogna del calcio italiano non è la fuga di notizie sulla perquisizione a Coverciano o l'avviso di garanzia a Criscito.
La vergogna del calcio italiano sono i i giocatori che si vendono le partite, che calpestano la passione di milioni di tifosi, grazie ai quali il sistema sta in piedi. Perchè se i tifosi se ne vanno, se ai loro occhi la credibilità del sistema viene minata da imbroglioni e farabutti, se si stancanon di essere spremuti come limoni dall'avidità dei club, Buffon e i suoi colleghi devono cambiare mestiere e Monti gongola. Il calcio chiude e non per due o tre anni, ma per sempre.
Buffon ha detto anche : "In alcuni casi si dice: meglio due feriti che un morto.Ogni tanto penso sia giustificato fare qualche conto".
E ancora: "Abete ha detto che non bisogna avere contatti? Se hai semplici rapporti con gente che ti sostiene non c'è niente di male, se c'è dell'altro è diverso. E poi, quando li troviamo anche agli allenamenti, c'è gente che li fa entrare. Ma che, in una srttimana vogliamo rivoluzionare il calcio italiano?".
Magari, caro Gigi. Purtroppo, in una settimana non è possibile. Però, cominciamo a prerndere le distanze dalla variopinta fauna che frequenta i ritiri delle squadre. E, se c'è gente che fa entrare agli allenamenti personaggi infrequentabili, cominciamo a chiedere alle società di non farli entrare. O no?
Quanto ai morti e ai feriti, a parte il lessico infelice, vogliamo dire, gridare, intimare una volta per tutte che in campo si deve andare, sempre e comunque, per ottenere il risultato migliore? E che ci imbroglia deve essere cacciato a calci nel sedere?
Ogni opinione, soprattutto se diversa dalla propria, ha diritto di cittadinanza e di rispetto. Ma, all'intemerata di Buffon, è mancata una premessa doverosa. "Come capitano della Nazionale, per prima cosa chiedo scusa a tutti i tifosi per questa porcheria delle scommesse che insulta la loro passionei e i valori autentici dello sport. Come vicepresidente dell'Associazione Italiana Calciatori, vi assicuro il massimo impegno per fare piazza pulita di tutti i giiocatori che saranno risultati colpevoli davanti alla legge dello Stato e davanti alla giustizia sportiva".
C'è sempre tempo per rimediare.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com