Calciomercato/Getty
Cardinale e Furlani non parlano ai tifosi: il Milan di RedBird guarda a nuovi investitori
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Gerry Cardinale ha parlato molto chiaramente. Giorgio Furlani è stato ancora più esplicito. Il Milan targato RedBird si pone obiettivi, principalmente economici, che hanno scatenato in poche l'inevitabile risposta del popolo rossonero. Tifosi che non riescono a concepire come quello che fu “il club più titolato al mondo”, tuttora la seconda squadra in Europa per numero di Champions League conquistate dopo il Real Madrid, non possano sognare in grande e di vedere il progetto sportivo messo al centro di tutto. Tifosi che, tuttavia, non sembrano essere i reali destinatari delle numerose dichiarazioni contenute nel documento di 24 pagine diffuso dalla Harvard School of Business.
CARDINALE: "VOGLIAMO FARE LA FINE DELL'INTER?"
Gerry Cardinale e Giorgio Furlani hanno esposto, in maniera ancora più limpida e trasparente che in passato, quello che è il manifesto programmatico del nuovo Milan. Una società che prima il fondo Elliott e poi RedBird – parole dell'amministratore delegato e figura centrale con entrambe le proprietà statunitensi – hanno visto come un'opportunità a livello di investimento. Una società che guarda sì ai risultati sportivi ma necessariamente in tandem con la sostenibilità economica e con la possibilità di crescere ad un punto tale che, un domani, possa essere un affare cederlo al miglior offerente. Tutti messaggi e dichiarazioni di intenti che, oltre a scatenare le comprensibili reazioni degli appassionati, paiono ammiccare a qualcuno che col Milan non ha nulla a che vedere. A soggetti terzi, probabilmente proprio in ambito finanziario, che in un futuro nemmeno troppo lontano possano essere interessati ad entrare in gioco e a diventare parte del business.
FURLANI: "ABBIAMO VISTO NEL MILAN UN'OPPORTUNITA' DI GUADAGNO"
Non sembra essere un caso che parole così nette e forti, risalenti peraltro a qualche mese fa, diventino pubbliche a pochi giorni di distanza dalla notizia del rifinanziamento del vendor loan che RedBird ha sottoscritto con Elliott al momento dell'acquisto del club rossonero e che hanno posto l'estate 2028 come nuova scadenza. Da oggi ad allora, Gerry Cardinale avrebbe dunque più tempo per rivolgersi a quei potenziali partner – non è un mistero che per diverso tempo l'imprenditore italo-americano abbia guardato al Medio Oriente – che possano aiutarlo idealmente sia nella gestione quotidiana del Milan che per la realizzazione del nuovo stadio di proprietà. Che sia vicino a San Siro e in condivisione con l'Inter o a San Donato, da solo o sempre coi nerazzurri, lo dirà solo il tempo.
SCARONI: "ORA SAN DONATO E' IL PIANO B PER LO STADIO"
Per essere ancora più chiari: Cardinale e Furlani non avevano la necessità di mandare messaggi a quei destinatari, i tifosi, che hanno compreso benissimo – e per questo hanno intrapreso una contestazione che rischia di proseguire e in maniera ancora più aspra – che da qui ai prossimi tre anni e mezzo non cambierà una modalità di amministrare una società di calcio poco compatibile con le abitudini europee e specificamente italiane. Avevano invece il bisogno di promuovere e sponsorizzare una nuova via che ha portati indiscutibili traguardi sotto il profilo economico, ma che non sta avendo una resa altrettanto efficace sotto l'aspetto dei risultati sportivi. Che, fino a prova contraria, continuano ad essere il punto focale di una qualsiasi squadra di calcio. Se poi questa squadra si chiama Milan, allora le responsabilità aumentano ancora di più.
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Gerry Cardinale e Giorgio Furlani hanno esposto, in maniera ancora più limpida e trasparente che in passato, quello che è il manifesto programmatico del nuovo Milan. Una società che prima il fondo Elliott e poi RedBird – parole dell'amministratore delegato e figura centrale con entrambe le proprietà statunitensi – hanno visto come un'opportunità a livello di investimento. Una società che guarda sì ai risultati sportivi ma necessariamente in tandem con la sostenibilità economica e con la possibilità di crescere ad un punto tale che, un domani, possa essere un affare cederlo al miglior offerente. Tutti messaggi e dichiarazioni di intenti che, oltre a scatenare le comprensibili reazioni degli appassionati, paiono ammiccare a qualcuno che col Milan non ha nulla a che vedere. A soggetti terzi, probabilmente proprio in ambito finanziario, che in un futuro nemmeno troppo lontano possano essere interessati ad entrare in gioco e a diventare parte del business.
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Non sembra essere un caso che parole così nette e forti, risalenti peraltro a qualche mese fa, diventino pubbliche a pochi giorni di distanza dalla notizia del rifinanziamento del vendor loan che RedBird ha sottoscritto con Elliott al momento dell'acquisto del club rossonero e che hanno posto l'estate 2028 come nuova scadenza. Da oggi ad allora, Gerry Cardinale avrebbe dunque più tempo per rivolgersi a quei potenziali partner – non è un mistero che per diverso tempo l'imprenditore italo-americano abbia guardato al Medio Oriente – che possano aiutarlo idealmente sia nella gestione quotidiana del Milan che per la realizzazione del nuovo stadio di proprietà. Che sia vicino a San Siro e in condivisione con l'Inter o a San Donato, da solo o sempre coi nerazzurri, lo dirà solo il tempo.
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Per essere ancora più chiari: Cardinale e Furlani non avevano la necessità di mandare messaggi a quei destinatari, i tifosi, che hanno compreso benissimo – e per questo hanno intrapreso una contestazione che rischia di proseguire e in maniera ancora più aspra – che da qui ai prossimi tre anni e mezzo non cambierà una modalità di amministrare una società di calcio poco compatibile con le abitudini europee e specificamente italiane. Avevano invece il bisogno di promuovere e sponsorizzare una nuova via che ha portati indiscutibili traguardi sotto il profilo economico, ma che non sta avendo una resa altrettanto efficace sotto l'aspetto dei risultati sportivi. Che, fino a prova contraria, continuano ad essere il punto focale di una qualsiasi squadra di calcio. Se poi questa squadra si chiama Milan, allora le responsabilità aumentano ancora di più.
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Commenti
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Si è fatto prestare i soldi dal proprietario per comprarsi*** il Milan. Adesso cerca soldi in ori...