Caracciolo:| L'Airone ha riaperto le ali
Un gol alla Caracciolo. Un gol pesante per il Genoa, per la panchina traballante di Malesani e per l'Udinese che, approfitta del mezzo passo falso della Juventus e si insedia sola sul tetto del campionato.
Il primo gol della stagione di chi ha lasciato molto più di mezzo cuore a Brescia non poteva che essere un pezzo pregiato del repertorio e nel finale per poco non si regala il bis: «Volevamo andare a Torino contro la Juventus per fare una bella partita - racconta Caracciolo che dentro va a mille ma non lo dà a vedere -. Ci siamo riusciti. Abbiamo attaccato senza mollare mai. Il pari è arrivato, ma alla fine poteva scapparci qualcosa di più».
E non sarebbe onesto puntargli contro l'indice per la mancata salvezza del Brescia. Dodici centri in serie A sono un bottino discreto, sufficiente per evitare la retrocessione se nel conto finale fossero entrati anche i gol di Diamanti, di Eder e magari di qualche centrocampistia Storia vecchia, ma il ricordo fa ancora male con la consapevolezza di avere lasciato, suo malgrado il lavoro a metà. L'Airone era tornato a Brescia, buttando alle ortiche un contratto faraonico in Scozia, con i Rangers, per spingere la squadra più amata dove l'aveva lasciata nella stagione 2004-05. Obiettivo centrato, anche se al terzo tentativo. Mancato il secondo: evitare che il Brescia cadesse nell'antico vizietto dell'altalena fra A e B.
Ricordi agrodolci e quel tanto di rabbia che i primi mesi di Genova non hanno cancellato del tutto. Attizzata dalla maledizione del gol che non voleva saperne di arrivare, negato anche da qualche palo di troppo: «Sono felicissimo per il gol - e finalmente l'Airone si lascia un po' andare -. Finalmente mi sono sbloccato. L'unico rammarico - conferma Caracciolo - è avere colpito qualche palo di troppo. Ma alla fine - promette - i conti torneranno». I conti cominciano a tornare anche per Malesani: «Abbiamo dato una risposta - conferma Caracciolo - a chi criticava Malesani? Sì, ma sono convinto che di risposte ne daremo ancora». MA NON C'È TEMPO per festeggiare. Domani si torna in campo. E poi c'è il pensiero di Brescia. Qualche settimana fa Caracciolo lodava il Brescia dei giovani: « Una squadra che ha dimostrato personalità - spiegava l'Airone - un gruppo vero e si vede nel modo con cui si aiuta in campo».
Ma da un mese a questa parte, mettendo nel conto anche i troppi infortuni per una squadra che non se li può permettere, il giocattolo se non proprio rotto, fa fatica a muoversi. Ma da Genova un amico speciale soffre, si preoccupa, tifa perchè Scienza e i suoi ragazzi escano dal tunnel.