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    Cannavaro: 'Sogno di allenare Napoli e Nazionale. L'Inter sarà l'antagonista della Juve. Roma e Napoli indietro'

    Cannavaro: 'Sogno di allenare Napoli e Nazionale. L'Inter sarà l'antagonista della Juve. Roma e Napoli indietro'

    Un passato da grande, grandissimo difensore, Campione del Mondo e pluricampione d'Italia. Un futuro da grande allenatore, perlomeno è questo che sogna Fabio Cannavaro che ai microfoni del Corriere dello Sport si è raccontato a tutto tondo a partire dal fallimento del Parma club in cui è definitivamente esploso: "Dispiace veramente vedere un club che ho vissuto per sette anni finito così. Nonostante sia molto brutto alle volte il fallimento può essere l'occasione per ripulire e ripartire alla grande. Un po' com'è accaduto al Napoli, squadra che mi piacerebbe allenare insieme alla Nazionale: bisogna sempre sognare e pensare in grande".

    JUVE E INTER - "La Juventus è l'unica che ha lo stadio di proprietà e da anni punti sugli italiani. Al momento è sempre la più attrezzata. Dybala? Può essere l'erede di Tevez, ma per lui, dopo Palermo, sarà l'anno della verità. Ad oggi l'Inter è la più credibile antagonista della Juve: stanno costruendo una squadra forte con colpi mirati. Bisogna vedere quale sarà l'adattamento di giocatori forti come Kondogbia Miranda al nostro campionato e come li assemblerà Mancini".

    ROMA E NAPOLI INDIETRO - "Roma e Napoli? Vedo meglio la Roma perché lavorerà con lo stesso allenatore, anche se Garcia avrà una bella responsabilità. Spero che a Sarri venga dato il tempo giusto per lavorare secondo i suoi metodi.


    FUTURO IN PREMIER? - "Io valuto una serie di proposte e nel frattempo mi aggiorno: andrò in Inghilterra e magari anche a vedere Sarri, Ventura e Allegri. Al di là dello studio, però, credo che un allenatore debba avere soprattutto conoscenza di calcio: se non sai cosa dire ai giocatori non vai da nessuna parte. Allenare mi piace più di quanto pensassi. Sono stati cinque mesi super in Cina, molto impegnativi. La scia di successi di Lippi mi obbligavano a stravincere per lasciare il segno. La più grande vittoria è stata umana: quando sono andato via i giocatori erano tristi sul serio e all'aeroporto sono stato letteralmente travolto da un bagno di folla".


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