fabio.manfreda
Campio-nati il 29 marzo: auguri a Rui Costa e Overmars
RUI COSTA, “O Maestro”, 1972, uno dei più grandi numeri 10 della storia del calcio. Benfica, Fiorentina e Milan le sue squadre.“E’ un fuoriclasse puro, quindi giocatore di statura straordinaria, mondiale. E’ l’unico, assieme a Zidane, in grado di cambiare volto a una squadra. Anzi più di Zidane. Rui è giocatore universale, completo. ”Zvonimir Boban. Un maestro anche di umanità, amatissimo dai tifosi ovunque sia andato. Il 13 luglio del 2001, in un pomeriggio assolato ma permeato di lacrime sincere, un’intera città gli tributò il saluto d’addio e l’impressione fu di vivere l’ultimo momento di gloria di una storia (quella viola) che di lì a poco sarebbe naufragata in un tragico fallimento “è stato faticoso andar via da Firenze. Impossibile dimenticare quell’esperienza, non ho parole per descrivere il rapporto che ho avuto con la città e i tifosi.” A san Siro tornò col Benfica in una partita di Champions. Viene onorato da eroe. La curva Sud lo ringrazia e lui risponde inchinandosi. Oltre ad una tecnica sublime, Rui era dotato di una visione di gioco mostruosa. Lo spazio per il passaggio non c’era? Beh lui in qualche modo lo trovava. Non si limitava a passare la palla. Prima sistemava un tappeto rosso che partiva dai suoi piedi e finiva ai piedi del compagno, solo dopo ci faceva scivolare sopra il pallone. In modo tale che questo arrivasse sui piedi del compagno nella miglior maniera possibile. Non erano assist quelli, erano pepite d’oro. “Rui balla la portuguesa, Rui balla la portuguesa,
passa la pelota a Nuno, segna e poi facci cantaaarrr.”.
Con Batistuta costituiva un duo da sogno
Dopo il ritiro confessò “Ho sempre fumato. Non l'ho mai detto per non dare un cattivo esempio ai giovani e ai calciatori in erba. Lo so che fumare non è buono per un atleta”
“Da ragazzino facevo il raccatapalle alle partite del Benfica. Andavo a caccia di autogtafi e Ci restavo male quando non mi davano l'autografo, per questo adesso mi fa molto piacere firmarli, soprattutto ai bambini'.
MARC OVERMARS, 1973, una delle ultime grandi ali del calcio mondiale, in Ajax, Arsenal e Barcellona, Proprio col trasferimento in Catalogna, nel 2000, per 40 milioni di euro diventò il calciatore olandese piu' pagato della storia. Nel 1995 con l'Ajax ha vinto la Champions League e la Coppa Intercontinentale Ritiratosi nel 2004, dopo 4 anni tornò a giocare nella seconda serie olandese con il Go Ahead Eagle, la squadra dove aveva cominciato la carriera. Gioca 24 partite, ma il 1' maggio 2009 si rompe una gamba e smette definitivamente. E' direttore sportivo dell'Ajax
RAINER BONHOF 1952 centrocampista tedesco Borussia Moenchengladbach,, Valencia, Colonia Herha Berlino. Era il più giovane nella nazionale che vinse il Mondiale in casa nel 1974. E' vicepresidente del Borussia M. Il portiere del Liverpool, Clemence, era terrorizzato dalla potenza del suo tiro “per questo gli feci gol su punizione. Si scansò. La palla aveva un grande effetto, lui ebbe paura di prenderla in faccia. Ci siamo rivisti molte volte dopo e ne abbiamo riso. Ogni tanto gioco ancora con gli amici il sabato mattina, ma non tiro più così forte, deve essere colpa dell'erba sintetica “
FRANCISCO FARINOS, 1978, centrocampista spagnolo. Giocò in Italia nell'Inter dal 2000 al 2002 e nel 2003-2004. il 21 marzo 2002 nella semifinale di ritorno della Coppa UEFA 2001-02 Valencia Valencia, dove aveva giocato, sostituì in porta l'espulso Francesco Toldo, per i 6 minuti finali. riuscendo a difendere fino alla fine la vittoria per 1-0. Per molti questa è l'unica cosa da ricordare della sua permanenza milanese. Era stato pagato 36 miliardi
ALBERTO DI CHIARA 1964 terzino (Roma, Reggiana, Lecce, Fiorentina, Parma e Perugia). Nato come ala, fu reiventato terzino d'attacco da Sebastiao Lazaroni. Ha pubblicato di recente il libro “Quella sporca finale”, scritto con Paolo Camilli, in cui rievoca la cavalcata viola nella Coppa Uefa 1989-90 conclusasi con la doppia finale tra Fiorentina e Juventus "Quando sono arrivato a Firenze non comprendevo perché la gente odiasse così tanto con la Juventus, quando sono andato via avevo capito tutto" Nel 2011 avrebbe contribuito alla liberazione dell' inviato del quotidiano britannico Guardian Ghaith Abdul-Ahad, che era stato arrestato dalle autorità libiche il 2 marzo. Di Chiara, che aveva conosciuto il figlio di Gheddafi ,Saadi, quando giocava (si fa per dire) nel Perugia di Cosmi, di cui lui era team manager , racconta di essere stato contattato perché contattasse a sua volta qualcuno dell’entourage di Gheddafi per chiedere la liberazione del giornalista. Mandò così una mail a Saadi «Gli ho scritto facendo appello ai valori di sportività che abbiamo condiviso chiedendo di dare la libertà a un giornalista che stava solo facendo il suo lavoro, perché potesse tornare a riabbracciare la sua famiglia» Il giornalista fu poi effettivamente rilasciato, ma non è dato sapere quanto abbia realmente inciso nella liberazione la mail di Di Chiara. E' stato calciatore anche il fratello maggiore Stefano. Giocarono insieme nel Lecce.
BRUNO MORA, 1937-1986, Ala destra, Samdoria, Juventus, Milan Parma:
Arrivò nella Juve che aveva Sivori e non voleva avere altro. Sivori rese difficile la vita anche a questo talento della scorribanda e del goal estroso, volendo servizi a puntino sul piede matricolato. Bruno lo mandò spesso a quel paese e perciò la Juve lo tenne due campionati e poi lo scambiò utilmente con il Milan. Ala di un tempo quasi antico, magro spiritato e con gambette nerborute, aveva ogni qualità, scatto da fermo, furbizia a tonnellate, una qual certa potenza di tiro. ( Vladimiro Camaniti)
ANGELO CAROLI
Era un gaudente che faceva bene il professionista, senza rinunce specifiche e giungendo al vertice della carriera attraverso la Sampdoria, la Juventus e il Milan, vincendo coppe e scudetti e arrivando alla Nazionale. Aveva la faccia sfrontata degli scugnizzi a cui si deve perdonare tutto, un muse simpatico che lo poneva al centro delle attenzioni femminili. Esprimeva quel modo inconfondibile di essere estroverso, tipico degli emiliani (era nato a Parma il 29 marzo del 1937), con un sorriso appena accennato, da regalare a tutti. Era la disperazione di Umberto Agnelli, il quale capiva le esigenze esistenziali di un giovane calciatore, ma pretendeva che allo svago si ponesse un limite. Bruno girava per la città illuminata dai lampioni alla guida di una spider rossa in cerca di avventure. Attribuiva quell’irrequietezza all’insonnia. Il dottor Umberto fingeva di credergli e sorrideva. Pare che in un periodo in cui la squadra non girava al massimo gli avesse messo alle costole una persona di fiducia, un controllore speciale. Bruno fu sorpreso, una notte, mentre usciva da un portone che non era quello di casa sua. Si giustificò chinando il capo e facendo saettare nel buio i suoi occhi volpini: «Ho ritrovato una vecchia parente», disse. La donna non era vecchia e nemmeno una parente. Fu multato. Ma Bruno si faceva perdonare poiché in campo era un generoso. In luglio venne con me a Viareggio, fu una vacanza divertente, dividemmo una camera molto grande, a Villa Ridosso. La sera uscivamo sempre con ragazze diverse. Rientravamo in albergo a notte fonda. Io ero stravolto dalla stanchezza, sentivo solo il bisogno di dormire. Lui cambiava camicia e si rituffava, allegro, nella notte, all’inseguimento costante di chimere. Aveva una spinta emotiva straordinaria, che distribuiva alla squadra con generosa partecipazione. (Angelo Caroli)
CARLO PETRINI, 1948, (scomparso nel 2012), attaccante girovago che militò tra le altre in Milan, Torino, Genoa e Catanzaro Nel 1980 fu ritenuto uno dei calciatori responsabili dello scandalo del calcioscommesse e squalificato per 3 anni e mezzo, poi ridotti dopo la vittoria del Mondiale 1982- Nel 2000 pubblicò il libro autobiografico Nel fango del dio pallone (KAOS Edizioni ), in cui denunciò la corruzione dell'intero sistema calcio italiano. Successivamente è uscito anche Il calciatore suicidato dedicato all'oscura morte del giocatore del Cosenza Donato Bergamini
RENZO GARLASCHELLI, 1960, Attaccante. Fu uno dei protagonisti dello scudetto laziale del 1974. Giocò anche in Como e Pavia e si è ritirato nel 1984
MARCO ROSSINELLI 1949, difensore di Spezia, Samp, Fiorentina, Pescara e Sambenedettese (uno dei pochi ad aver giocato sia nella SAMP che nella SAMB. Ritiratosi nel 1983
Buon compleanno anche a:
FABIO BORINI 1991 attaccante Sunderland, (precedentemente Chelsea, Swansea, Prma, Roma e Liverpool). Ha già annunciato che a fine carriera vuol fare l'interior designer
MARTEEN DE ROON, 1991, centrocampista olandese dell'Atalanta GIANLUCA FREDDI 1987 difensore del Lecce (già Grosseto,Reggina, Brescia e Novara)
LUCA MAZZONI,1984, portiere della Ternana (già Lecco, Arezzo, Livorno e Padova)
DOUDOU MANGNI, 1993, punta centrale dell'Ascoli (già Modena, Latina e nella serie B turca al Şanlıurfaspor ma è tuttora di proprietà dell'Atalanta)
GENNARO ACAMPORA, 1994, centrocampista dello Spezia
NICOLA LANCINI, 1994, difensore del Brescia
SEBASTIANO SIVIGLIA, 1973 difensore di Parma, Nocerina, Verona, Atalanta, Roma, Lecce e Lazio. Ritiratosi nel luglio 2010, da febbraio a giugno 2012 è stato allenatore della Nocerina primavera e attualmente, dal 26 febbraio scorso, è direttore sportivo della Ternana Domenico Cristiano, 1976, centrocampista, tra le altre, di Lazio, Salernitana, Napoli e Ascoli, Non è chiaro se sia ancora in attività. Fino allo scorso anno era tesserato con l'Offida, prima categoria marchigiana.