Cambiaso: "La Juventus è il mio Real. Douglas Luiz un genio, vi spiego le 'Mottate'. Mi sono rovinato per Vlahovic..."
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PERCHE' AL REAL MADRID PIACE CAMBIASO E PERCHE' NON E' IL MOMENTO DI VENDERLO
GAVETTA – “Io e Gatti siamo dei sopravvissuti, partiti dai dilettanti e arrivati alla Juve. Mi sento fortunato ogni giorno che apro gli occhi. Ho fame, ho voglia di arrivare. Se penso alla strada fatta e a dove sono oggi mi gira la testa. Quindi preferisco continuare a correre. Il calcio ti sbatte sotto i riflettori che sei ancora un ragazzino e non ti dà l’opportunità di sbagliare. Ti fa crescere in fretta. Io sono entrato a 9 anni nel vivaio del Genoa che ero un piccolo prodigio e sono uscito a 17 che ero in netto calo. Guardando indietro penso che io sia stato un pazzo a ripartire dalla Serie D e a credere di poter arrivare in alto. Ho preso il percorso dalla parte più difficile, ma lo rifarei. Ho iniziato da trequartista, ho fatto la mezzala, il regista e l’attaccante. Non vi dirò che gioco dove mi mette il mister, una banalità assoluta, ma che gioco dove vogliono i compagni per essere utile alla squadra. Il calcio va in una direzione ben precisa: i ruoli contano ormai solo da un punto di vista difensivo, poi nelle azioni offensive ognuno con la propria intelligenza va a trovarsi lo spazio giusto”.
QUANTO GUADAGNA CAMBIASO ALLA JUVENTUS DOPO IL RINNOVO
JUVENTUS – “Questo club è la storia del calcio italiano, una seconda famiglia e un grandissimo punto di arrivo per la mia carriera”.
MERCATO – “Solo il fatto che io sia stato accostato a un club come il Real Madrid, mi sembra una cosa più grande di me. Sono orgoglioso degli estimatori che potrei avere, è gratificante e stimolante sapere che qualcuno ti apprezza. Proposte non ne ho ricevute. In qualsiasi caso, la Juve è il mio Real. Ho rinnovato fino al 2029 e vorrei rimanere il più a lungo possibile”.
SCUDETTO – “Siamo da primissimi posti e la Juve deve sempre giocare per vincere. L’Inter è favorita e tra due domeniche c’è lo scontro diretto. Chissà... Prima però ci sono Lazio e Stoccarda, due montagne altissime. Siamo tra le migliori".
LAZIO – “Affrontiamo una squadra fastidiosa, con gamba ed entusiasmo, che fa paura. Verrà a Torino con quattro calciatori offensivi davanti”.
NAPOLI – “Fa impressione per la sua forza. Giocarci è stato un bel test. La partita con la Roma di De Rossi però è stata la più complicata per noi” .
ANTICONFORMISTA – “Non condanno videogiochi e social, passatempi utili per evitare che la noia ti risucchi e ti faccia fare delle sciocchezze. Personalmente, però, preferisco giocare a golf e leggere qualche libro per rilassarmi un po'. Fare il calciatore è opprimente, a volte. A 24 anni sei dentro un frullatore, sotto stress, costretto a crescere ben oltre i tuoi ritmi naturali. Il rischio di farsi del male in modo autolesionistico c’è e non va sottovalutato”.
FAGIOLI E POGBA - “Aiutare è difficile, puoi farlo con una parola giusta, ma forse non basta. Certi mostri li conosci davvero solo se li vivi. Noi compagni e amici non possiamo avere l’ambizione di essere anche degli psicologi o dei medici perché non abbiamo le competenze per risolvere certi problemi”.
CALENDARIO INGOLFATO – “Io starei sempre in campo, però non è un caso che tanti di noi si facciano male così spesso. L’infortunio non dipende solo da questioni fisiche, c’è la componente mentale. Se entri in campo stanco fai un appoggio sbagliato, corri peggio, ti affatichi prima. Sì, negli ultimi anni forse è stata tirata un po’ troppo la corda”.
FANTACALCIO – “Quest’anno mi sono rovinato per prendere Vlahovic. Farà almeno 20 gol, me lo sento. Lo voglio aiutare. Poi ho speso il 10% del budget per prendere me stesso. Il resto l’ho investito su Dusan e su Di Gregorio, perché fin dai primi allenamenti con Thiago ho capito che avremmo subito pochissimo”.
NUOVI COMPAGNI – “Li adoro. Koop è pragmatico, sa quello che vuole e come prenderselo: una macchina. Thuram è un giocherellone. Di Gregorio appare come cattivone invece è buono come il pane. Cabal è un po’ introverso e non ci ha ancora fatto vedere tutto il suo potenziale. Douglas Luiz è genialità allo stato puro, fa impressione come tocca il pallone: se ne accorgeranno presto anche quelli che lo criticano. Adzic è un diamante, ha 18 anni ed è appena arrivato dal Montenegro eppure sembra sia alla Juve da una vita. Kalulu è un soldato: porca miseria, non ne sbaglia una. Nico è uno di quegli argentini che da avversario ti infastidiscono ma quando è dalla tua parte si getterebbe nel fuoco per aiutarti. Conceiçao è una bomba: dinamite pura”.
THIAGO MOTTA – “Dal punto di vista tattico già a Bologna mi ha fatto scoprire cose che non avevo mai visto. L’ho ritrovato ancora più determinato: con lui non abbiamo ruoli, ma occupiamo lo spazio. Ha inoltre un suo metodo di gestione del gruppo: non ci fa mai capire chi gioca fino a poche ore prima della partita e questo alza il livello degli allenamenti e della competizione interna. Poi ha la “mottata” sempre in canna. E se fin qui le ha prese tutte, significa che è un visionario".
ALLEGRI – “A Max voglio un bene dell’anima, anche Landucci mi è stato sempre vicino. Quello che mi ha lasciato Allegri è l’equilibrio mentale: ricordo che all’inizio della scorsa stagione volevo spaccare il mondo e lui mi diceva “calma, calma”. Troppa foga mi portava fuori giri, è stato il primo a darmi due scarpe comode per andare lontano”.
IDOLI – “Sono cresciuto nel mito di Cancelo, ma non ho mai smesso di ispirarmi a quelli bravi. Oggi adoro Zinchenko, Rico Lewis e Calafiori”.
AVVERSARI PEGGIORI – “Uh, tanti. Ma se ripenso a Barcola e Doku mi ricoverano”.