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Calhanoglu: 'L'Inter? Vinceva derby, scudetto ed è in Champions. Ecco come mi hanno convinto, voglio vincere tutto. Sono grato al Milan, ma...'
FAMIGLIA - "Ero un bambino con grandi sogni, mio padre era molto severo con me. Volevo sempre giocare a calcio e sfruttavo ogni momento per farlo. Sono orgoglioso di me, la mia famiglia mi supporta in ogni momento. Mio padre è sempre stato con me, mi ha accompagnato in tutti i tornei ed è sempre stato dietro di me. Per questo devo dirgli grazie, come devo sempre ringraziare la mia famiglia. Era anche il mio allenatore, era molto severo. Mi diceva sempre: 'La squadra perde se tu non giochi bene'. Sono sicuro che anche lui ora sia orgoglioso di me".
DAL LEVERKUSEN AL MILAN - "Dopo un'ottima stagione, andai dal ds del Bayer e gli dissi che volevo andare via per giocare la Champions League. Era il mio sogno. Mi diede il via libera, ma quando arrivarono le offerte lui cambiò idea. Alla fine, andai via dopo anni fantastici".
L'INTER - "Il mio contratto era in scadenza. Al Milan ho trascorso quattro anni e rispetto tutti, sono rimasto in contatto con tutti e ho un gran rapporto con le persone che sono ancora lì. Non ho problemi. Ma volevo una nuova sfida per la mia carriera e ho deciso di andare via insieme alla mia famiglia. Sono contento di essere all'Inter, un grande club che ha vinto lo scudetto l'anno scorso e che gioca in Champions League. Sono grato al Milan, sono stato bene lì e non ho problemi con nessuno".
INZAGHI E I DERBY - "Tutti all'Inter sono molto gentili. Ricordo quando l'allenatore (Simone Inzaghi, ndr) durante l'Europeo mi ha chiamato 3-4 volte. Ha voluto fortemente che arrivassi all'Inter, così come i dirigenti, che mi hanno chiamato e mi hanno parlato del mio futuro in nerazzurro. Sapevo già da prima che l'Inter era una squadra forte, anche perché hanno vinto molti derby contro il Milan, vinceva molto di più dei rossoneri. Mi sono detto: 'Dai, l'Inter è un'ottima scelta'.
LA TURCHIA - "Io sono nato in Germania, ma la mia famiglia veniva dalla Turchia. Ho comunque sempre avuto in testa di giocare in Nazionale per la Turchia. Sono orgoglioso di questa decisione, anche perché mi dicevano sempre che se avessi giocato per la Germania sarebbe stato più facile arrivare in un grande club come l'Inter o il Barcellona, ma alla fine ci sono riuscito lo stesso. Ora gioco nell'Inter e nella Nazionale turca. E' la dimostrazione che, se credi in testo, puoi raggiungere qualunque cosa. Sono un ragazzo turco e sono orgoglioso di giocare per il paese che amo".
LA SQUADRA - "Sono in ottimi rapporti con tutti, specialmente con Dumfries e de Vrij, dato che loro parlano olandese, che è simile al tedesco. Conoscevo Inzaghi da quando allenava la Lazio, con il suo 3-5-2. Un gioco d'attacco, ho un grande rapporto con lui fin dal primo giorno. Sapevo che i tifosi dell'Inter si aspettavano qualcosa da me, dato che arrivavo dal Milan. Se arrivi qui devi dimostrare qualcosa e ci sono riuscito".
OBIETTIVI - "Non voglio parlare troppo. Ma di certo vogliamo vincere lo scudetto e fare bene in Champions League, dove vogliamo vincere ancora contro lo Shakhtar. C'è anche la Coppa Italia, che vogliamo vincere. Vogliamo vincere tutto, questo è anche il mio sogno. Voglio sollevare tanti trofei e mostrarli ai miei figli dicendo: 'Ho vinto questo e quest'altro mentre giocavo all'Inter'".
PUNIZIONI - "Talento o allenamento? Dico sempre 50-50. A Manheim avevo un allenatore che ogni volta mi faceva provare per molto tempo, e mi diceva sempre che sarei potuto diventare il miglior calciatore di punizioni se avessi lavorato duro. Mi sono allenato tantissimo per arrivare a questo punto. Credo nelle mie capacità in questo fondamentale".