Calcioscommesse:| Rischiano i giocatori
Parte il processo calcioscommesse. E intendiamo parte nelle aule di giustizia sportiva. Sotto tiro giudiziario sono 18 club (due di A, tre di B, 11 di lega pro e due dilettanti) e 26 tesserati - tra calciatori, dirigenti, tecnici ed ex campioni, qualcuno ancora dentro la Federcalcio - per il caso nato il 14 novembre dall'inchiesta della procura di Cremona a cui si era rivolta la Cremonese dopo i malori che avevano colpito alcuni suoi giocatori durante la partita vinta 2-0 sulla Paganese.
IL SONNIFERO DI PAOLONI, UOMO CHIAVE - Secondo l'accusa, colpa del sonnifero somministrato nell'intervallo dal portiere Marco Paoloni ai suoi stessi compagni, nel tentativo di indirizzare il risultato dell'incontro. Paoloni ieri ha convocato una conferenza stampa per respingere tutti gli addebiti. "Sono uno scommettitore - ha ammesso - ma non ho mai avvelenato nessuno".
LE ACCUSE - Per 11 persone i deferimenti del Procuratore federale Stefano Palazzi ipotizzano l' "associazione finalizzata alla commissione di illeciti". Sono contestati anche la violazione della lealtà sportiva, del divieto si scommesse e l'illecito sportivo. Tra le società si parla di responsabilità diretta solo per Alessandria e Ravenna (Lega Pro), ma rischiano grosso anche Atalanta (responsabilità oggettiva) ed Ascoli (che aveva strappato la salvezza in B con i denti), i cui tesserati sono accusati di illecito sportivo, con numerose aggravanti e addebiti di illecito consumato e non solo tentato. La prima potrebbe rimetterci la promozione in A appena conquistata; in concreto, però, l'ipotesi più probabile è quella di una forte penalizzazione. Più leggera la posizione del Chievo, la cui unica 'pecca' è la responsabilità oggettiva per le scommesse di Stefano Bettarini, tesserato per i veneti. Potrebbe cavarsela con un'ammenda.
I GIOCATORI NELLA BUFERA - Rischiano molto di più i giocatori ed alcuni ex illustri: Cristiano Doni, Marco Paolo, Beppe Signori, Thomas Manfredini per i quali la pena minima potrebbe essere non inferiore a tre anni di squalifica. I calendari di serie A e B sono stati ormai varati ed i campionati cominceranno tra meno di un mese. Anche per questo la giustizia sportiva promette di essere rapida, sia in primo grado (Commissione Disciplinare) che in secondo (Corte di Giustizia). Sarà un processo velocissimo, come ha chiesto la Federcalcio: due giorni di udienza, forse tre, e lunedì 8 agosto la sentenza. Entro ferragosto il giudizio di appello.