Calcioscommesse, Di Martino: 'Ci sono ancora combine. Su Conte...'
STRUMENTO PER I CRIMINALI - Di Martino vivrà il processo da esterno, visto che tra pochi giorni andrà in pensione: "Le inchieste non sono mai personali. Certo, sul calcio ho speso tante energie e gran parte del tempo lavorativo, ma ora tocca a due giovani pm. E il fattore età è un vantaggio. Seguirò il tutto da spettatore, sperando che ci sia una finale. Rischio prescrizione? Possibile soprattutto per chi non è accusato del reato associativo. E siccome hanno patteggiato quasi tutti quelli in questa posizione, gli altri faranno il tifo per tempi dilatati. Questo processo ha bisogno di udienze serrate e ravvicinate, non basta farne una al mese. Solo io ho messo in lista 150 testimoni e vale la pena sentirli. Ma il processo sarà lo stesso utile. Un'inchiesta di questo tipo ha messo in difficoltà chi racconta ogni giorno un mondo perfetto, dove i giocatori, le squadre e i presidenti sono al di sopra di ogni sospetto. Non è così, purtroppo. Lo sport è fatto da uomini ed è inserito nella società, quindi ha gli stessi mali. E viviamo in un’epoca dove la corruzione dilaga. E più soldi girano, più la criminalità si avvicina. Il calcio è diventato un'industria di denaro. Le scommesse sono uno strumento facile da manipolare per la criminalità. I tifosi sono rimasti al calcio di una volta, ma di romantico c’è rimasto poco".
SU CONTE - "Il calcio mi piace, in passato vedevo tante partite. Adesso non più: appena accade un'azione strana, penso subito che dietro possa esserci qualcosa. Se ci sono ancora combine? Sì, la criminalità mica ha paura degli arresti. Altrimenti non dovrebbe esserci più la mafia. Le istituzioni sportive un po’ mi hanno deluso, sono stati molto teneri. E poi ci sono alcuni istituti della giustizia sportiva, tipo l’omessa denuncia, che sono un invito all’omertà. Un bookmaker sponsor della Nazionale? Non serve un magistrato per dare un giudizio su questa cosa… Sull'inchiesta, di più non si poteva fare: all’inizio abbiamo avuto il supporto dello Sco, ma dopo siamo rimasti soli. Cremona è una Procura piccola, sotto il peso del calcioscommesse si è paralizzata. Bilancio positivo, comunque: ci sono stati risultati evidenti, anche legislativi. Prima la frode sportiva era considerato un reato minore. Adesso si rischiano sei anni di carcere anche se non c’è un’associazione. E chi indaga può utilizzare le intercettazioni, fondamentali. Si vede che non ci siamo inventati un castello di accuse. La Procura di Brescia ha fatto ricorso sull'assoluzione di Conte? Vuol dire che le accuse non erano campate in aria. Ho girato ai colleghi un memoriale: è in buone mani. Mi auguro che un calcio pulito sia possibile, ma dipende dai calciatori: devono dire no alle proposte e denunciare chi le fa. Anche se fossero dei colleghi. E poi i tifosi devono aprire gli occhi: il processo di Cremona può essere più interessante di una partita".