Calcio & Legge: 'Il caso Agazzi non è un caso!'
Nella giornata di ieri, a fine gara, il tecnico del Cagliari Diego Lopez ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Rai Sport, dopo il pareggio ottenuto in rimonta contro il Sassuolo: "Sinceramente non mi è piaciuto il Cagliari del primo tempo e anche i giocatori erano delusi. Questo pari in rimonta è stato importante contro una concorrente diretta, un punto importante perché la partita potevamo perderla". Su Agazzi: "E' stata una decisione presa dalla società e da me insieme, questo è che abbiamo adesso è il presente e il futuro del Cagliari. Non è fuori rosa, perché si allena con la squadra".
Calciomercato.com ha cercato, quindi, di fare chiarezza sul caso Agazzi ponendo alcune domane all'Avv. Agente FIFA Jean-Christophe Cataliotti, titolare dei workshop di Reggio Emilia per aspiranti osservatori e agenti dei calciatori (info su www.footballworkshop.it)
Cataliotti se Agazzi si allena con la squadra ma non scende in campo alla domenica si può parlare di calciatore messo fuori rosa?
"No, in quanto un calciatore è tecnicamente messo "fuori rosa" quando la società nega allo stesso il diritto di partecipare agli allenamenti con la prima squadra".E se un calciatore venisse messe realmente "fuori rosa"?
"Un calciatore professionista di serie A non può essere confinato ad allenarsi in campetto secondario, come recita l'art. 7 dell'Accordo colletivo dei calciatori di serie A, in quanto verrebbe lesa la dignità professionale del calciatore stesso".
Il calciatore può, in caso di esclusione ingiustificata dagli allenamenti, chiedere e ottenere un risarcimento del danno?
"Il calciatore, innanzitutto, può diffidare per iscritto la società, invitandola ad adempiere, cioè a reintegrare il calciatore nel gruppo della prima squadra. Qualora la società non adempia spontaneamente entro il termine perentorio di 3 giorni dalla ricezione della diffida, il calciatore può adire il Collegio Arbitrale per ottenere a sua scelta la reintegrazione ovvero la risoluzione del contratto. Quanto al risarcimento del danno, il calciatore, sia che ottenga la reintegrazione ovvero la risoluzione del contratto, ha anche diritto al risarcimento del danno in misura non inferiore al 20% della parte fissa della retribuzione annua lorda".