Calcio & Legge: Ferguson, Wenger & co; ecco chi è il Football manager
Calciomercato.com ha posto all’Avvocato Agente Fifa Jean-Christophe Cataliotti, titolare dei corsi per agenti fifa e osservatori di calcio (info su www.footballworkshop.it), e al Dott. Tommaso Fabretti, laureato in Economia e Management, alcune domande sulla figura inglese del FOOTBALL MANAGER.
Nel tradizionale modello calcistico britannico la più importante figura dell’area tecnico-sportiva è quella del FOOTBALL MANAGER. Quali sono le sue competenze specifiche?
Il FOOTBALL MANAGER si occupa non solo degli aspetti tecnici-calcistici classici, come gli allenamenti di squadra e le strategie tattiche per cercare di vincere le partite, ma anche di molti altri aspetti: dalla gestione del budget inerente la prima squadra da utilizzare per la compravendita dei calciatori durante le sessioni di mercato, fino alla diretta supervisione del centro di attività medica e fisioterapica, passando per la gestione del team di osservatori che svolgono la fondamentale attività di scouting in tutto il mondo.
Il FOOTABALL MANAGER, in pratica, non è il classico allenatore come inteso nella concezione del calcio italiano?
E’ qualcosa di diverso. Il FOOTBALL MANAGER è, infatti, un vero e proprio gestore di risorse umane e finanziarie che tende appunto ad assumere le principali responsabilità riguardanti l’area tecnica, relazionandosi direttamente con il management aziendale senza bisogno di rapportarsi con una figura intermedia come il direttore sportivo.
E’ il caso di Alex Ferguson?
Non solo di Ferguson, ma anche di Arsène Wenger, rispettivamente manager di Manchester United ed Arsenal. Due personaggi chiave nella crescita sportiva ed economica dei loro club. Entrambi hanno dimostrato una visione progressista, dando un taglio assolutamente manageriale al loro ruolo, creando strutture nuove ed innovative a club che oggi sono all’avanguardia. Wenger, ad es., fu il primo FOOTBALL MANAGER a creare in Premier League una struttura capillare e quasi “scientifica” di aree professionali: dal Dipartimento di Scienza dello Sport, introducendo figure, fino ad allora assenti, come quella del nutrizionista, fino al Dipartimento dello Scouting, ovvero l’area che assume il compito di ricercare i migliori giovani calciatori in tutto il mondo. Sir Alex Ferguson ha, invece, registrato un modello di management in cui l’allenatore, una volta smessi i panni di selezionatore sul campo, assume quelli di leader assoluto del club svolgendo le comuni attività di progettazione strategica della sfera tecnico-amministrativa dalla scrivania del suo ufficio. Lo scozzese si occupa, addirittura, di gestire personalmente il rapporto con i media e di organizzare le partite amichevoli pre-campionato.
Il modello da imitare allora è quello britannico?
Non necessariamente. Oggi, infatti, il modello britannico inizia a mostrare delle carenze. In passato, senza lo sviluppo delle aree del Marketing e del Merchandising, senza la capillare presenza di intermediari e di agenti di calciatori, senza la massiccia presenza della scienza dello sport, il Manager poteva gestire l’area tecnica di un club con relativa competenza e semplicità. Al giorno d’oggi, per gestire aree di strategica rilevanza come quelle citate, sta diventando sempre più importante la presenza di un operatore di settore con specifiche competenze. Si sta così iniziando ad affermare anche nel Regno Unito una figura di supporto al tradizionale FOOTBALL MANAGER, il cosiddetto TECHNICAL DIRECTOR, un manager che i vertici societari decidono di affiancare al FOOTBALL MANAGER per coadiuvarlo nelle decisioni strategiche più importanti.