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    Calcio & Legge: 'Ecco i modelli per fare business con le squadre di calcio'

    Calcio & Legge: 'Ecco i modelli per fare business con le squadre di calcio'

    Calciomercato.com ha chiesto all’Avvocato Agente Fifa Jean-Christophe Cataliotti, titolare dei corsi per aspiranti osservatori e agenti fifa (info su www.footballworkshop.it), e al Dott. Tommaso Fabretti, laureato in Economia e Management, quali sono i modelli di gestione di una società di calcio professionistica.

    “I modelli di gestione di una società di calcio sono quattro, le società quotate in borsa, le piccole società gestite a livello familiare, le società dirette dai grandi mecenati del calcio internazionale e quelle gestite direttamente dai tifosi. Di seguito una rapida descrizione con pregi e difetti di ogni modello:


    Modello A pubblic business:
    E’ il modello utilizzato dai club calcistici che hanno deciso di quotare i propri titoli sul mercato azionario. Le quote possono essere acquistate da chiunque, compresi i tifosi. Solitamente, la maggior parte delle quote sono nelle mani di pochi membri che controllano il club prendendo le decisioni più importanti. E’ richiesta grande trasparenza e chiarezza nei programmi, dato che la società è aperta al pubblico.
    Esempi noti in Europa sono quelli costituiti dalla Juventus, la cui quota di maggioranza è detenuta dalla Exor, società finanziaria torinese facente capo alla famiglia Agnelli, dall’Arsenal, le cui azioni sono detenute per la maggior parte dal magnate americano Stan Kroenke, e dai loro acerrimi rivali londinesi del Tottenham, la cui quota di maggioranza è detenuta dall’uomo d’affari Daniel Levy.
    Il lato positivo di questa tipologia di gestione è la possibilità di reperire capitali ovunque nel mondo, mentre il lato negativo potrebbe essere individuato nel fatto che i risultati sportivi rischiano di passare in secondo piano rispetto a quelli finanziari.

    Modello It’s my party
    E’ il modello in base al quale il club è detenuto da un unico proprietario, ricco e potente, che gestisce la società in maniera diretta come propria azienda personale, immettendo in essa grandi risorse finanziarie. Dei tipici esempi di questa tipologia possono essere il Chelsea gestito dal magnate russo Roman Abramovich, e le due società milanesi Milan e Inter, gestite rispettivamente da Berlusconi e Moratti. I lati positivi sono certamente costituiti dalle grandi fonti finanziarie a disposizione del proprietario del club, pronto a qualsiasi spesa pur di arrivare ad accaparrarsi i migliori giocatori sulla piazza, ripianando le perdite di bilancio con immissioni di capitale proprio. Ma esistono anche delle controindicazioni, i rischi finanziari a cui si espongono i proprietari dei club e il rischio che da un giorno all’altro lo stesso proprietario del club decida di uscire di scena lasciando in pericolo la società.

    Modello Popular club
    E’il modello che si basa sull’azionariato popolare: il club è costituito da un grande numero di membri che apportano le risorse necessarie ed hanno diritto di voto, eleggendo un presidente e un comitato direttivo che si occupa direttamente della gestione societaria. I principali esempi sono forniti dal calcio spagnolo, dove Barcellona e Real Madrid possono contare su milioni di soci.
    L’aspetto positivo è rintracciabile nella “passionalità” del modello, in quanto i soci sono spinti dall’emotività e dall’affetto verso la propria squadra dove il calcio, quindi, viene prima del profitto. Il lato negativo riguarda i continui cambiamenti che avvengono in occasione delle elezioni presidenziali e che possono stravolgere l’organico societario e i suoi indirizzi strategici.

    Modello A family affair
    E’ il modello riguardante i piccoli club che vengono associati alle imprese gestite a livello familiare. I presidenti di questi club investono le risorse della famiglia e gestiscono direttamente l’attività, coadiuvati da pochi altri individui. Il lato positivo è da ricercarsi nella passionalità dei presidenti che difendono a spada tratta i propri interessi, mentre il lato negativo è riscontrabile nelle difficoltà delle mercato attuale, che richiede sempre più spesso repentini cambiamenti strategici ai quali i presidenti delle società non prendono in considerazione.


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