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Calcio e covid, ecco le nuove norme che limitano le Asl: quarantena soft, niente Primavera e soglia di positivi al 35%
STOP AI PRIMAVERA - L’espressione "gruppo squadra" non fa riferimento ai Primavera, più o meno come succede in Premier League. Una novità rispetto a quanto stabilito dalla Lega di serie A, che invece aveva fissato un altro limite: con 13 calciatori non positivi, pure se si tratta di Primavera (l’unico vincolo è quello della maggiore età), si può giocare la partita. Il limite per far scattare la mancata disputa della partita è una misura di carattere sanitario, la soglia oltre il quale c’è il focolaio. I club si riuniranno domani a questo punto con la necessità di rimodulare il protocollo della Lega.
ASL E QUARANTENA SOFT - C’è un’altra linea guida che dovrebbe limitare la discrezionalità da parte delle Asl. Secondo La Gazzetta dello Sport una chiave interpretativa stringente per l’altra quarantena, quella «morbida», inserita nell’ultima circolare del ministero della Salute, quella del 30 dicembre 2021. Se per la singola positività vale la quarantena soft, nell’eventualità di più casi entrano in ballo le nuove norme. Chi è protetto da una dose vaccinale negli ultimi 120 giorni, non verrebbe fermato, dovrebbe però «autosorvegliarsi». Chi invece ha avuto l’ultima somministrazione da più di 120 giorni, va in quarantena soft (quindi può giocare le partite) per tre giorni e non in isolamento per 5 giorni (come previsto per tutti i cittadini).
GIORNATA CHIAVE - Oggi è una giornata importante per fare un passo decisivo sul fronte 'nuovo protocollo'. Ieri, il vertice politico con Valentina Vezzali (sottosegretaria allo sport), Maria Stella Gelmini (ministro degli Affari Regionali) e Roberto Speranza (ministro della Salute) ha trovato la quadra insieme con il presidente del Coni Giovanni Malagò e il numero uno della Federazione Medico-Sportiva, Maurizio Casasco. Oggi, al tavolo della conferenza Stato-Regioni, non ci saranno federazioni e leghe.