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  • Calcio di... vino: Totti è come lo Chateau d'Yquem, unico al mondo

    Calcio di... vino: Totti è come lo Chateau d'Yquem, unico al mondo

    Cos’è “Calcio di-vino”? E’ un gioco, come il calcio, e va preso come tale. Però... Però siccome il calcio e il vino hanno molto in comune, a cominciare dalla capacità di dispensare emozioni, abbiamo pensato di accostarli. Come?
    Immaginando degli abbinamenti tra di loro, un po’ come si fa quando, menu in una mano e carta dei vini nell’altra, si cerca il vino (o la birra, perché no?) che meglio si adatta alle pietanze che abbiamo scelto. Lo spunto può essere un gol,certamente, ma anche una parata, una giocata spettacolare, la mossa tatticaazzeccata di un allenatore, qualunque cosa, insomma, graviti intorno a quellasfera magica che cattura i nostri sogni di eterni bambini. Non ci credete?

    Provateci: provate, se volete, a chiudere gli occhi e ricordare un gol di Ronaldo (Luis Nazario da Lima, Ronnie, “quello vero”, per dirla con i tifosiinteristi), magari dopo una delle sue progressioni in dribbling, come quella con cui si presentò all’Italia (Piacenza, 1997, Coppa Italia), o quella con cui sigillò la Coppa Uefa 1998 (Parigi, Parc des Prince, maggio 1998, primo successo di Massimo Moratti). Emozionante, no?

    Provate, adesso, sempre se volete, a ricordare lo stesso gol, ma assaporando un sorso di Passito di Pantelleria "Ben Rye" di Donnafugata, armonicamente dolce, morbido e sapido, inebriante nel naso di albicocca disidrata e caramella d'orzo, incredibile nel suo crescendo gustativo senza cedimenti. Ancora più emozionante, o no? E il primo protagonista di “Calcio di-vino” non può non essere Francesco Totti. La doppietta di domenica scorsa, oltre a consegnarlo alla storia dei derby di Roma, come il miglior marcatore della stracittadina, dall’alto degli 11 gol
    segnati nell’arco di ventun anni, lo ha consacrato, nel mondo intero, come personaggio totale, totalizzante, amatissimo aldilà della maglia indossata (due soltanto, quella giallorossa e quella azzurra). Ma più che i gol, più che il secondo, quell’acrobazia che ai meno giovani ha ricordato la silhouette di Parola sulle bustine dei calciatori dell’album Panini, a fare il giro del pianeta, nell’era dei social, è stato il selfie con lo sfondo della “sua” Curva Sud.

    Il Daily Mirror lo ha eletto “il giocatore più figo del mondo”, la Bild ne ha celebrato la longevità, L’Equipe lo ha incoronato “le Roi du derby”. Ecco, la Francia. Da quelle parti di calcio se ne intendono, ma anche di vino. Soprattutto di vino. In Francia si producono centinaia di vini eccellenti, alcuni straordinari, altri strepitosi. Uno solo, però, unico nel suo genere. Come Francesco Totti. E’ lo Chateau d'Yquem, per il quale i francesi, nel 1855, l'anno della Classificazione Ufficiale dei Vini di Bordeaux, coniarono la dicitura "Premier Cru Superieur", della quale è, ancora oggi, l'unico esponente.

    Oro luminoso come un dribbling, inimitabile nella complessità di un naso che spazia dal miele all'albicocca, avvolgente nel gusto di una progressione (dalle nocciole tostate allo zafferano) che ricorda una maturazione lenta e costante. Come l’evoluzione di Totti, da trequartista a seconda punta, fino all’evoluzione finale, da centravanti. Lo Chateau d'Yquem è, anche, un vino
    estremamente longevo, che si conserva per oltre un secolo. Come le magie di Francesco Totti.

    Valerio Iafrate

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