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    CALCIO ALLA TV. Le regole tv di Berlusconi valgono anche per il Milan?

    CALCIO ALLA TV. Le regole tv di Berlusconi valgono anche per il Milan?

    • Gianluca Minchiotti

     

    Chissà se Silvio Berlusconi detta regole di comportamento televisivo anche al Milan. Per quanto riguarda i politici del Pdl, abbiamo saputo che il Premier vorrebbe che: 1) evitassero di dare del tu all’avversario in video, perché la troppa confidenza potrebbe creare un effetto teatrino; 2) utilizzassero il linguaggio del corpo per contraddire l’avversario, per esempio scuotendo la testa; 3) non sorridessero mai davanti a un comico.
     
    Mercoledì sera, durante la telecronaca Rai di Milan-Bate Borisov, il bordocampista Carlo Paris, descrivendo una sfuriata del tecnico rossonero Max Allegri con i suoi giocatori, ha commentato: "Sembra quasi che voglia comunicare anche al pubblico il suo disappunto per come la sua squadra sta giocando in questo momento".
     
    Per il pubblico quindi. Che naturalmente, nel calcio, ormai è un pubblico quasi esclusivamente televisivo. E se fosse davvero così, se cioè la gran parte dei comportamenti e delle espressioni che vediamo utilizzare dai protagonisti del Milan (ma non solo, naturalmente) fossero non naturali, ma studiati e, soprattutto, eterodiretti, frutto di direttive aziendali?
     
    Cosa dovremmo pensare, allora, delle smorfie di Adriano Galliani? Di quando Antonio Cassano parla con le mani davanti alla bocca? Di quando Zlatan Ibrahimovic manda platealmente a quel paese un compagno per un mancato passaggio? Di quando Daniele Bonera, commentando l'ultima frase di Berlusconi sul Milan ("Che Milan, non ce ne sarà per nessuno!"), dice: "Il presidente è sempre simpatico", sentendosi replicare dall'intervistatore di Sky: "Guarda che non scherzava, diceva sul serio...". 
     
     
     

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