CALCIO ALLA TV. Ilaria D'Amico, più brava nello 'spoglio' che con il calcio
Ilaria D'Amico piace perché, finora, non ha ancora ceduto al trash come altre sue colleghe. Oddio, se lo può permettere. L'obiettivo dichiarato del programma è «fare le pulci ai programmi di governo delle coalizioni incalzando i leader sui temi cruciali per il futuro del Paese». Per questo l'hanno chiamato «Lo spoglio» e honi soit qui mal y pense (SkyTg24, lunedì e mercoledì, ore 20.30).
Ilaria incalza, che è già una bella dote. Al primo appuntamento aveva come ospite Silvio Berlusconi, che è un grande performer; se gli si lascia spazio sa come occuparlo, ma è molto più debole nel contraddittorio. Insomma, come si dice, gli ha tenuto testa. Lo stesso Berlusconi, non rinunciando mai alla galanteria, alla fine ha dovuto ammettere: «Brava, complimenti, è stata sufficientemente cattiva».
Con Mario Monti il gioco seduttivo è stato più trattenuto e, a volte, Ilaria dava l'impressione di comportarsi come una studentessa agli esami davanti al professore. Usava il verbo «decodificare» come una laureanda in semiologia. Ilaria incalza: «Devo chiamarla presidente o senatore?». Incalza perché si sente sicura. Con l'incubo del fact checking, del controllo delle notizie, gli intervistati dovrebbero spararle un po' meno grosse.
Ilaria è più brava ne «Lo spoglio» (s'impegna di più) che in «Sky Calcio Show», un programma potenzialmente di grande innovazione ma che, domenica dopo domenica, si va sgonfiando (per cavalleria diamo la colpa a quel paraguru di Massimo Mauro). Ilaria dovrebbe inoltre fare molti esercizi per migliorare il timbro di voce, che non è dei migliori. Però, rispetto ad altri conduttori che si occupano di politica (penso, per esempio, ad Alberto Bilà di «Italia domanda», il programma con cui Canale 5 vuole suicidare i suoi ascolti), sembra molto più coraggiosa.