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  • CALCIO ALLA TV. Diritti tv, la grande guerra che spacca il calcio italiano

    CALCIO ALLA TV. Diritti tv, la grande guerra che spacca il calcio italiano

    • Gianluca Minchiotti

     

    Siamo alla terza giornata di Serie bwin, ma ancora non è stato deciso nulla per quanto riguarda la vendita dei diritti televisivi della serie cadetta sul digitale terrestre. La Serie bwin, per ora, resta visibile solo sulla piattaforma satellitare di Sky.
     
    Quello che riguarda i diritti televisivi della Serie bwin è solo uno dei fronti della grande guerra dei diritti televisivi, un fronte sul quale le società di A e di B si stanno dando battaglia da ormai più di un anno. Il piatto forte, ovviamente, riguarda la vendita dei diritti tv della Serie A a partire dal 2012
     
    Ed è un fronte sul quale rischiamo di contare 'morti e feriti'. Le premesse, infatti, sono tutt'altro che rosee. Sentite, ad esempio, cosa ha dichiarato giovedì in Lega il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis: "Si vuole fare un regalo a Mediaset e a Berlusconi, il calcio italiano sta per fallire. Il calcio italiano sta per fallire, perché Infront ci sta consigliando di vendere i diritti dal 2012 per tre anni a prezzi che non ci permetteranno più di competere in Champions e di aumentare le nostre entrate. Si rischia quindi di fare dei grossi passi indietro per fare un favore a Berlusconi: si sta cercando infatti di vendere ad un prezzo bassissimo a Mediaset perchè l'emittente non riuscirebbe a fare proseliti con il digitale terrestre. E poi perché io dovrei svendere oggi quello che dovrebbe andare in onda tra un anno e mezzo?".
     
    Le frasi di De Laurentiis sono sintomatiche della drammatica situazione in cui versa la Lega di Serie A: spaccata sui diritti televisivi, con un presidente dimissionario da mesi e incapace di trovarne un altro, la Lega è in una perenne situazione di stallo. La vicenda del rinnovo del contratto collettivo dei calciatori è stata emblematica: i calciatori avevano sottoscritto fin da giugno il contratto proposto dalla Lega, Lega che poi, con la scusa della fantomatica tassa di solidarietà proposta e poi cancellata dal governo, per motivi di comodo e contingenti ha deciso di non controfirmare un contratto che essa stessa aveva proposto sul finire della scorsa stagione, facendo ricadere (gioco facile) l'intera responsabilità della vicenda, agli occhi del pubblico, sui calciatori. E nemmeno su questa decisione, oltretutto, la Lega è stata unita: la 'rivolta' del presidente del Cagliari Massimo Cellino è stata clamorosa.
     
    Così, mentre all'estero (soprattutto in Inghilterra e Germania, ma anche in Spagna) gli stadi sono nuovi e pieni e i diritti televisivi vanno a ruba, in Italia gli stadi sono vecchi e vuoti, e la vicenda della vendita dei diritti tv per il triennio 2012-15 rischia di dare la mazzata decisiva per l'affossamento definitivo del nostro calcio.     

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