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Calafiori è il verbo di Thiago Motta: come gioca il libero del futuro che supera i difensori box to box
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LA CONCATENAZIONE DEI PRINCIPI DI GIOCO: IL FLOW - Calafiori d’altra parte è forse la figura in cui si concentra maggiormente “il verbo” di Thiago. Se lo osserviamo in azione, possiamo notare una chiave di lettura molto importante: il concetto della continuità logica fra i principi di gioco, ovvero la loro concatenazione in un flusso coerente benché mutevole. In altre parole: quando Calafiori effettua un movimento come quello che vedete nell’immagine sopra, in fase di costruzione, cioè quando si stacca dalla linea dei costruttori per andare a offrire al compagno in possesso del pallone un vertice e generare in questo modo superiorità numerica locale, o anche solo una linea di passaggio diagonale, Calafiori non sta ancora facendo nulla di nuovo. Lo abbiamo già visto fare ad altri. È che magari gli altri si fermano a questo. Calafiori invece aggiunge principio a principio.
Se sale in posizione fra i centrocampisti in una struttura di possesso, si comporta come tale a tutti gli effetti. Fino in fondo oserei dire, assumendo le sfumature di smarcamento tipiche del centrocampista. Per volerla nel traffico, senza alcuna remora “da difensore”. È camaleontismo funzionale allo stato puro.
MOLTO PIÙ CHE BOX TO BOX- Per questo è molto più che un centrale box to box alla Quarta. Il difensore della Fiorentina si sgancia prevalentemente senza palla. Calafiori invece, oltre a inserirsi con effetto sorpresa, porta superiorità numeriche in giro per il campo, persino sulla trequarti avversaria. Fa altrettante cose con la palla, per intenderci. Diventa l’uomo in più in grado di rompere una linea di contrapposizione, andando a scovare gli spazi utili. Per palleggiare ma anche per l’affondo palla al piede.
Come in questo caso, ad esempio, nel quale (insisto) rimanendo ad altezza centrocampisti nello spazio fra attacco e mediana bianconera si converte in percussore palla al piede. Vede il varco eccessivamente aperto tra Rabiot e Locatelli e si incunea per poi arrivare a chiedere l’uno due al limite dell’area avversaria, costringendo Bremer a spezzare la linea dei difensori. Quanti principi concatenati in un’azione dallo stesso interprete!
Calafiori che poi è anche quello dei cambi di gioco col mancino alla Bastoni…
ANTICIPI, INTERCETTI E TRANSIZIONI - Detto ciò il centrale di Thiago Motta è anche molto forte nei fondamentali difensivi come l’anticipo, o gli intercetti. Ne sa qualcosa Vlahovic che lunedì sera è uscito dal campo mogio mogio dopo questo errore.
Una sponda telefonata che l’attento centrale del Bologna ha intuito immediatamente e intercettato, leggendo per tempo la giocata a tre Bremer-Vlahovic-Alcaraz. Ma ancora una volta, la parola d’ordine è una sola: concatenazione di principi. Che si traducono in movimenti e gesti tecnici. Dall’intercetto al pallonetto su Szczesny, passando per questa sovrapposizione centrale su Urbanski ad attaccare il buco nella difesa di Montero.