Cairo: 'Iago Falque non è in vendita, ma valutiamo con i casi Niang e Ljajic'
Il presidente del Torino, Urbano Cairo ha concesso una lunga intervista a margine del trofeo Mamma Cairo che vede in campo le formazioni Primavera di Inter, Milan, Juve e ovviamente Torino. Il patron del club granata ha parlato a tutto tondo degli obiettivi della squadra allenata da Walter Mazzarri e delle ultime operazioni di mercato con la sovrabbondanza in attacco che va risolta con almeno una cessione. Ma prima? La sfida contro l'Inter
Presidente, a San Siro sarà una domenica sera di grande calcio: come arriverà il suo Torino?
"Partiamo col dire che non sarà facile: l’Inter è una buonissima squadra, d’altronde è considerata da tutti l’anti Juve, ma dobbiamo andare a Milano a giocarcela a viso aperto. Mazzarri sta preparando la partita nel miglior modo possibile, sono tranquillo, ce la giocheremo alla grande".
L’esordio in A con la Roma quali sensazioni le ha lasciato?
"Abbiamo giocato una buona partita, certo poteva andare sicuramente meglio visto che l’abbiamo persa. Ma non voglio rientrare in quelle che sono state le polemiche del dopopartita, anche se non è mai bello perdere quando fai una buona gara. Abbiamo lanciato dei segnali forti. Ad esempio, alcuni giocatori che il grande pubblico del campionato italiano non conosceva bene si sono presentati alla grande e hanno fatto vedere buonissime cose. Per cui direi, sì, che questo Torino può fare bene"
A Milano sarà anche la sfida tra Icardi e Belotti. "Non bisogna mai personalizzare troppo una partita, quello che conta è la squadra, che sia ben organizzata e che scenda in campo come se fosse un solo uomo. Le sfide individuali sono per i giornali…".
Parentesi Iago Falque: è reduce da due ottime stagioni e sta ricevendo attenzioni dall’estero.
"Iago Falque è un nostro giocatore importantissimo, non abbiamo mai, nemmeno lontanamente, pensato di venderlo. Anzi, abbiamo rifiutato offerte importanti a luglio. Iago Falque è un pilastro per noi. La sua partenza è un tema che non si pone. Non esiste".
Quanta voglia c’è di vedere all’opera la coppia Zaza-Belotti?
"Non faccio questo tipo di ragionamenti, ho smesso di pensare ai singoli. Penso alla squadra, la cosa che conta di più. Il mister decide quando è il momento di schierare un giocatore o l’altro, quali coppie comporre. È importante vedere come la squadra si comporta, reagisce e funziona e ha un certo tipo di atteggiamento in campo. A proposito…".
Torniamo a Torino-Roma?
"Sì, mi è piaciuto il modo in cui ha reagito dopo il gol preso perché ha provato a recuperare in tutti i modi. Abbiamo perso per colpa di un grande campione come Dzeko".
Dopo la prima di campionato, a che punto è il Toro?
"A un buon punto, ha una buonissima rosa. Alcuni giocatori presi nell’ultima settimana sono ancora in una fase in cui devono immagazzinare minuti nelle gambe, non sono al top della condizione. Ma abbiamo una rosa importante. Questo Toro mi piace: sono arrivati tanti nuovi giocatori con grandi potenzialità e sono rimasti tutti i vecchi. Praticamente non ne abbiamo venduto nessuno, a parte alcune cessioni da fare perché i singoli hanno chiesto di andare a giocare, come Obi, Acquah, Valdifiori e Barreca. Ci siamo rinforzati. Ora è importante che il campo dimostri e confermi che quanto sto dicendo è la verità".
Con un mercato chiuso con i colpi Zaza e Soriano, è il Toro più forte della sua gestione?
"No, non lo dirò mai (e sorride, ndr). È l’ultima cosa che vorrei affermare. Anzi, sa cosa le dico? Ne ho avuti di più forti".
Il destino di Niang e Ljajic?
"Quando hai giocatori importanti non è mai un problema, anche se loro non sono mai felici di essere in una rosa in cui hanno meno spazio. Ci sono richieste, il mercato è ancora aperto. Ho detto che Iago è un nostro pilastro, ma nelle prossime ore ragioneremo sugli altri e vedremo cosa succederà".
La Primavera non riesce a sfatare il tabù del «Mamma Cairo».
"Purtroppo la Primavera al “Mamma Cairo” non mi dà soddisfazioni, ma nel corso dell’anno sì: l’anno scorso ha vinto la Coppa Italia, nel 2015 il campionato. Però non vogliono farmi vincere questo trofeo, per cui la povera mamma si dispiace… Al “Mamma Cairo” in genere siamo un po’ più indietro, poi recuperiamo. Ma la superstizione dice che devi andare male qui per andare bene durante l’anno. E allora, va bene così".