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Cagliari, Di Francesco: 'Ci è mancato il colpo Nainggolan. Pavoletti, Joao Pedro e Ounas...'
IL GRUPPO - “È stata una sosta importante, che mi ha permesso di avvicinare giocatori - come Bradaric e Ceppitelli - che hanno cominciato a lavorare con la squadra e assimilare concetti. Ho detto loro che ognuno deve provare a mettermi in difficoltà alzando il livello degli allenamenti. È fondamentale dare stessa importanza a tutti: non possiamo parlare di "titolari" o "riserve", sappiamo che ci sono 14-15 elementi più importanti ma tutti devono sentirsi parte del progetto".
AI TEMPI DEL COVID - “Il calcio è sicuramente cambiato. Sono andato via dalla Samp per tanti motivi e sono piombato in un mondo diverso, con tante criticità. L'allenatore deve instaurare rapporti e dare regole alla squadra, non è facile. I tempi si sono dilatati, rendendo meno facile il lavoro nostro e dei giocatori. Condizionamento? Si pensa al virus prima e dopo ogni gare. Dobbiamo prendere quello che arriva, cerchiamo di stare attenti come le persone normali".
I DUE MESI A CAGLIARI - “La mia vita è legata al calcio e al lavoro. Se lavori bene, vivi bene; la città è splendida, io amo il mare e la brezza marina. Io sono di Pescara ed è come se fossi a casa. Mia moglie mi ha già proposto di comprare casa in queste zone".
JOAO PEDRO - “Dietro l'attaccante si trova meglio. Stiamo lavorando sul 4-3-3 e sul 4-2-3-1, sono i due sistemi di gioco che cercherò di utilizzare e alternare. Joao può essere decisivo sia con i gol che con gli assist"
EQUILIBRIO - “Sì, è una parola che sto usando tanto. Poi, quando acquisiremo consapevolezza e raccoglieremo punti, potrò anche mettere in campo una squadra più offensiva. L'importante è il sacrificio in fase difensiva, i giocatori lo devono capire. È fondamentale capire le caratteristiche dei giocatori”.
PAVOLETTI - “Si sta allenando con intensità e subisce la fatica ovviamente, deve trovare la condizione giusta. Forse non è ancora pronto per giocare dal primo minuto, ma potrei provarlo”.
OUNAS - “Ha caratteristiche uniche nella rosa: è bravo nell'uno contro uno, manda in porta i compagni e aumenta la qualità tecnica che era carente. Ha doti importanti, ma deve ritrovare la condizione ottimale: a Napoli correva solo, non ha mai giocato".
LUVUMBO - “È un 2002, ha 18 anni e si è ritrovato catapultato in una realtà differente, con una cultura calcistica diversa. Non parla inglese né italiano, solo il portoghese e va aiutato in questo senso. Finora non l'ho convocato per questioni di transfer, stiamo valutando di farlo per la prossima partita. Ha qualità e colpi, ma è abituato a giocare più da solo che con gli altri".