C'era una volta il timido Vieri Boh-Boh, è diventato uno showman da social
Quando giocava nelle giovanili del Toro - era arrivato da poco dall’Australia - divorava tutte le pizzette del bar davanti al vecchio stadio Filadelfia, dopo l’allenamento. Gli volevano bene, perché avevano capito e apprezzato il suo carattere, la sua timidezza. Risale ad allora il soprannome che ancora si porta addosso: Bobo. Qualcuno sostiene che lo abbia ereditato dal papà, Roberto detto Bob, calciatore di talento anche della Juve poi emigrato in Australia. Ma c’è chi garantisce che gli sia stato affibbiato per il modo molto toscano che aveva di rispondere alle domande: “Boh! Boh!”. Da lì, Bobo.
Il carattere schivo lo penalizzò anche all’inizio della sua avventura alla Juve, nell’anno probabilmente più importante della sua vita, certo della sua carriera. Litigò furiosamente con Lippi, che poi è diventato il suo allenatore forse preferito, e lo appese all’armadietto dello spogliatoio. A novembre Moggi aveva deciso di cederlo in prestito, al Napoli oppure al Cagliari. Fu il suo procuratore, Sergio Berti, un altro mostro di riservatezza (“Perché hai scritto il mio nome? Io non esisto”), a convincerlo a rifiutare il trasferimento. “Giocatela qui la tua occasione, Christian, è meglio”; “Dici? Boh…”
Sei mesi dopo, rimasto alla Juve, era uno dei centravanti più forti e richiesti del mondo, tanto che l’Atletico lo comprò per la cifra record di 34 miliardi di lire. E a Madrid continuò l’ascesa, irresistibile: eroe del Mondiale francese nel ’98, subito alla Lazio per 50 miliardi, poi all’Inter per 90. Ma il carattere era sempre scontroso: amicone all’interno degli spogliatoi, spigoloso in pubblico. Non faceva niente per apparire artificiosamente simpatico, e questo ce lo faceva apprezzare. Anche se i giornalisti, mediamente, gli stavano molto, ma molto sullo stomaco.
Considerato tutto questo, è incredibile vederlo oggi conduttore del tg di Formentera: Bobo (anzi Boh-Boh) Vieri showman e un po’ giornalista, chi l’avrebbe mai detto?
@steagresti