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C'è anche Conte fra la Juve e Berardi
Quella tra Domenico Berardi e la Juventus è la storia di un inseguimento mai diventato cattura. Eppure la società bianconera ci era arrivata prima di tutti su questo ragazzo di 22 anni baciato dagli dei del calcio. A 20 aveva segnato persino più di Messi, a cui somiglia in tutto ma non nel carattere. Lionel disse «sì» al Barça a 12 anni. A quella stessa età, nel 2006, Berardi rifiutò la Juve: Pietro Paolo Conforti che lo allenava nel Castello, club giovanile di Mirto in provincia di Cosenza, lo segnalò a Franco Ceravolo, osservatore della Juve di Moggi. Quello andò a vederlo e stilò una relazione entusiasta. Ma quando si presentò a casa per firmare, il piccolo Domenico scappò in lacrime: «Non si fece trovare, si era nascosto perché non voleva trasferirsi».
La Juve lo ha poi acquistato dal Sassuolo nel 2013, ma è rimasta un tabù. Lo accusano di aver disertato 3 gare con i bianconeri: due facendosi squalificare, una per il mal di pancia. Non l’ultima (ginocchio ko). Quando però li ha affrontati al Mapei il Sassuolo ha sempre fatto risultato: un pari, una vittoria. Nel 2015 doveva finalmente sbarcare in bianconero, andò a Torino per le visite ma ad Allegri e Marotta disse: «Se non gioco titolare preferisco stare a Sassuolo ». Quelli si “consolarono” con Dybala. Dopo i capricci dell’estate scorsa invece scelsero Pjaca, che proprio oggi potrebbe debuttare da titolare, chiudendo definitivamente la porta a Mimmo. Ma quella di Berardi è una storia di rinunce: nell’under 19 lasciò il ritiro facendo infuriare Sacchi. Disertò la Nazionale di Conte per un dolorino. Come da bambino: «Una volta non voleva allenarsi — racconta Conforti — e lo cacciai. Tornò dispiaciuto, chiese scusa. È un fenomeno, ma ha un carattere... ». Nel suo futuro l’Inter o il Chelsea di Conte, che l’ha incontrato a Natale...