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Busio: 'Non sapevo neanche che campionato facesse il Venezia. Papà tifa Inter, ogni weekend...'
IL CALCIO - "Papà è tifoso dell'Inter e ogni settimana guarda la partita di Serie A trasmessa negli Stati Uniti. Poi anche mio fratello giocava a calcio; come succede spesso coi fratelli minori, ho voluto imitarlo. Adesso Matteo è a farmi compagnia qui in Italia. Fino a due anni fa era più bravo lui, anche soltanto per una questione fisica: ha cinque anni più di me, è ovvio che soprattutto da ragazzini fosse difficile portargli via la palla o vincere un contrasto spalla a spalla. Adesso posso dire che, sì, sono un po' più bravo di lui".
A 15 ANNI TRA I PRO - "E' più facile perché in America il focus non è sul calcio. Ci sono tante discipline più importanti, perché attirano più attenzioni e appassionati: baseball, basket, football americano. Con questo non voglio dire che sia semplice diventare un calciatore: il movimento è in rapida crescita, ma anche nei prossimi anni non sarà paragonabile alla Serie A, per esempio".
LA SERIE A - "Il vostro calcio è più veloce, tattico e aggressivo. In questo senso non c'è paragone con quello americano. Qui non c'è margine di errore: se sbagli, vieni punito. Prendi gol. Nella MLS non va necessariamente così. E poi, in Italia i giocatori sono anche più strutturati fisicamente".
PAOLO ZANETTI - "Mi chiede attenzione tattica in fase difensiva. Vale per me e per tutti i miei compagni: ognuno di noi sa come muoversi e cosa fare quando ci difendiamo, ogni dettaglio è studiato a tavolino, per reparti e per singoli. Quando invece abbiamo la palla tra i piedi ci viene concessa più libertà. E per un giocatore creativo come me, questo è importante".
LA CHIAMATA - "Ero già stato a Venezia. Più che altro non sapevo quale campionato facesse il club, questo sì. Quando ho visto che giocava in Serie A, non ho avuto dubbi".
HOBBY - "Gioco alla PlayStation, a Fifa. Col Chelsea, oppure col Manchester United.
IL RAZZISMO - "Se negli States ho dovuto subire discriminazioni? No. Ma ho diversi amici che hanno fatto i conti con il razzismo degli altri. Io sono convinto che lentamente, un poco alla volta, certi pregiudizi scompariranno. Se mi dovessero insultare in uno stadio? Di sicuro denuncerei la cosa a chi può intervenire. E di sicuro farò sempre tutto ciò che è in mio potere per contrastare il razzismo. Che è una cosa di cui oggi neanche dovremmo più parlare. Ma questi sono discorsi difficili per me. In fondo, sono solo un ragazzo di 19 anni che si sta affacciando alla vita".