Busio motore del Venezia: talento e polmoni nella rincorsa promozione
Per informazioni chiedere a Vanoli, che di Busio non può fare a meno: dinamismo, intelligenza tattica, capacità d'inserimento. Insomma, doppia fase abbinata a meraviglia (5 gol e 3 assist in 30 presenze stagionali) ed arancioneroverdi capaci di ritrovarsi a giocarsi la Serie A anche grazie al loro stantuffo.
QUANTITÀ E QUALITÀ - Baricentro basso e piedi buoni, facendo leva sui trascorsi da trequartista/attaccante: Busio per Vanoli rappresenta il jolly della mediana in grado di garantire un po' tutto, unendo al talento tanta resistenza fisica e letture azzeccate. Con e senza palla: "L’aspetto in cui sono migliorato di più è l’aggressività - ha confidato l'italo-americano a dicembre - Voglio fare gol, assist, ma difensivamente sono più aggressivo, nel recupero del pallone, per creare poi quasi un effetto sorpresa quando mi lancio in attacco. Negli ultimi due anni questa aggressività era un po’ calata, ora mi sento bene".
DA KANSAS ALLA LAGUNA - Già, perché Busio al suo arrivo nel nostro calcio ha subito dovuto mandar giù il boccone amaro della discesa in B, abbinando qualche buona prestazione ad un rendimento discontinuo. Ma parliamo di un 2002 venuto da Kansas, di certo non un'oasi del calcio in stile Barcellona o Madrid: così adattarsi a ritmi e realtà totalmente nuove ha richiesto del tempo, trasformato in un'ascesa che oggi lo rende un pilastro imprescindibile del Venezia secondo in classifica.
LA CURA VANOLI - Il precedente calo di Busio aveva lasciato pensare che l'avventura in Laguna stesse per concludersi, scenario questo ribaltato da un cambio di rotta anche figlia dei dogmi del proprio allenatore: "Nell’ultimo anno penso di aver fatto un cambio di mentalità, ho sempre pensato di avere talento e di poter fare bene forse dovevo solo trovare le motivazioni giuste e quest’anno nel ritiro estivo è scattato in me qualcosa. Sapevo di avere le qualità per poter aiutare la squadra con gol, assist e corsa. Senza dubbio mister Vanoli ha inciso molto in questo mio cambiamento perché oltre ad essere un ottimo allenatore è anche un motivatore, infatti quando arrivò lui non stavo giocando bene e, molto onestamente, me lo fece notare".
"Mi disse anche che aveva fiducia nelle mie qualità e che avrebbe avuto bisogno di me nella sua squadra. Volevo ripagare questa sua fiducia e spero di esserci riuscito fin qui, è uno dei migliori allenatori in circolazione".