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    Buffon: 'Con la Juve fino al 2015. Voglio vincere la Champions'

    Buffon: 'Con la Juve fino al 2015. Voglio vincere la Champions'

    • Filippo Bonsignore
    Gigi Buffon e la Juve ancora insieme fino al 2015. Altri due anni dunque in bianconero per il numero uno, che ha ufficializzato oggi il rinnovo del contratto. Al suo fianco, a Vinovo, il presidente Andrea Agnelli. «Gigi e’ il capitano nostro e della Nazionale, si e’ legato a noi fino al giugno 2015 e questo rinnovo lo porterà alla quattordicesima stagione in bianconero. Sono le motivazioni che fanno la differenza. Se il futuro ci riserverà un'altra pagina, saranno le motivazioni di Gigi a dirlo. Lui sa che troverà le porte della Juventus sempre aperte. Di lui mi piace ricordare i 5 scudetti vinti sul campo, la Coppa del Mondo ma, oltre ai successi sportivi, ciò che lo contraddistingue è la sua onestà, la capacità di essere leader, la sua lealta’ e trasparenza. Come riconoscimento gli manca il Pallone d’oro: come portiere l’ha vinto solo Yashin, il mio auspicio e’ che  in questi due anni Gigi possa riportarlo in Italia. Sarebbe il giusto riconoscimento per quello che rappresenta per calcio italiano e la Juventus».
    In tutto cinquanta minuti di conferenza stampa, in cui Buffon ha parlato di tantissimi argomenti.
    NUOVO CONTRATTO: «Non ci sono state offerte di altre squadre perché non c’era spazio perche’ ci fossero. Sarebbero state declinate in partenza. Il discorso di rinnovare per un anno era stato fatto da parte mia perche’ volevo, in tutto e per tutto, rendere la Juve libera da quello che io possa rappresentare. Credo che un giocatore con la carriera come la mia alle spalle, un presente e mi auguro un futuro, sia giusto che giochi finche’ e’ in condizione di esprimersi ai propri livelli. Mi sembrava un discorso coerente nei confronti della societa’, poi abbiamo trovato questa soluzione biennale».
    ASPETTI ECONOMICI RINNOVO: «Sentire parlare di sacrificio mi mette in imbarazzo. Per rimanere un esempio, un punto di riferimento devi accettare di rinunciare a qualcosa, altrimenti sarebbe troppo semplice pensare esclusivamente all’io, sperando che anche gli altri ti apprezzino». 
    RICORDI: «La cosa che mi turbò principalmente al mio arrivo fu il fatto di capire se, catapultato da una realta’ provinciale come Parma, se fossi adeguato a questo tipo di calcio e di società. Nel cuore porto il dottor Umberto Agnelli, Marcello Lippi e tantissimi compagni, non posso menzionarne uno in particolare. Quando smetterò, lo spogliatoio sarà la cosa che mi mancherà»
    RAPPORTO CON JUVE: «Le crisi ci sono in tutte le famiglie, ma la Juve e’ uno stile di vita che ti entra nella pelle. Se oggi siamo qui e’ anche per certi momenti che abbiamo superato insieme».
    CARRIERA: «Vivo alla giornata, e’ giusto non porsi limiti, ho la convinzione del Mondiale tra un anno e dell’Europeo tra tre anni e mezzo. A quella tappa posso arrivare come so in queste condizioni, so dove posso spingermi».  
    DEL PIERO: «Mi ha scritto ieri, saputa la notizia del mio rinnovo. Ereditare la fascia di capitano dal personaggio che sul campo ha scritto le storie piu’ importanti della Juve e’ stata una gioia e grandissima responsabilità. E’ stato un qualcosa di estremamente forte e importante nella mia crescita e consacrazione di mio uomo spogliatoio. Mai avrei pensato di essere capitano della Juve».
    VITTORIE PERSONALI: «Vorrei vincere tutte le cose che non ho mai vinto: Ho vinto tanto, ma sono tanti i trofei che spero ancora di alzare. Sono i soliti noti, cominciamo dalla Champions».
    RIMPIANTI: «Non ho nessun tipo di rammarico, tutte le scelte nella mia vita calcistica e d extra calcistica fatte con coerenza, dando valore a certi valori. Fossi andato al Barcellona nel 2001 e non alla Juve? Mi sono fatto la domanda, la risposta e’stata: il Barcellona ha iniziato a essere quello che e’ nel 2006, io sarei andato la’ nel 2001, cinque anni senza vincere sarebbero stati tanti. Vedendo come e’andata con la Juve non ho nessun rimpianto». 
    OBIETTIVI JUVE: «Non ci siamo dati obiettivi ben precisi, l’auspicio e’ di poterci ripetere in Italia e confermare la leadership che mancava da troppi anni. Sarebbe il primo tassello importante. A livello europeo la Juve ha dimostrato sul campo e con i fatti che e’ tornata competitiva. E’ questo che conta: potersi giocare una partita o un turno di qualificazione alla pari con tutti. Avere questo tipo di certezza e’ stata una grande conquista che mancava da troppo tempo. Dopo sei anni in cui abbiamo traballato, ora ci stiamo prendendo rivincite che non hanno prezzo».
    INFORTUNIO ALLA SCHIENA: «Per la testa mi e’ passato ogni pensiero, anche il peggiore, nell’icona io anche di archiviare la carriera. Non e’ stato cosi’ perche’ sono persona fortunata e perche’ ognuno ha il proprio destino da seguire. Il mio forse e’ di continuare a scrivere pagine importanti con la Juve e la Nazionale. Nessuno mi ha mai regalato niente, ho avuto buona determinazione e magari l’infortunio mi ha fatto anche bene. Mi ha dato convinzione, energia e rabbia che forse prima non avevo perché davo tutto per scontato e acquisito. Se sono tornato il Buffon che sono e’ anche per quelle difficoltà».
    EREDI: «C’e’ una generazione florida di giovani portieri. Magari fra una decina d’anni potrò dire che ho tenuto a battesimo Leali, ha potenzialita’ per scrivere la storia. Anche Perin sta facendo cose eccezionali». 

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