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Buffon: 'Champions perse? Mai state una ferita, a me dispiaceva per la Juve. Errori? Non comprerei quel diploma'
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JUVE - "La Juve è stata la mia vita calcistica, ci sono stati i ricordi bellissimi, un'avventura e crescita umana e consacrazione dal punto di vista sportivo. L'universo Juve manda a soqquadro le tue certezze, però nel momento in cui riesci a fare tuo non ti mollerà mai".
CHAMPIONS LEAGUE - "Non è mai stata una ferita per me, per me è stata lo stimolo per battermi ogni anno per qualcosa di estremamente grande. Se poi devo fare un discorso generale che tocchi il mondo Juve, compagni e dirigenti, mi è dispiaciuto tanto per loro e per i tifosi che da trent'anni più o meno anelano a questa coppa. Per me, giocare in Champions la gioia era già quello, vincerla sarebbe stato la chiusura di un cerchio ma non mi interessa".
COSA NON RIFAREI - "Mi piace pensare che la mia imperfezione dia agli altri un'idea di umanità e mi renda vicino alla gente, con la gente. Di errori ne ho fatti parecchi, soprattutto quando ero giovane. Quello di cui vado meno orgoglioso di essermi comprato a 18 anni il diploma, non lo rifarei perché c'è una nota di scorrettezza e scorciatoia e io non sono mai stato uno da scorciatoie".
RITIRO - "Ho deciso di smettere nel momento esatto in cui a Cagliari nello spareggio play off con il Parma per la seconda volta in un anno e mezzo avevo sentito stirarsi il polpaccio. Ho detto: la chiudiamo qua, perché sono infortuni che non una certa età si ripetono nel tempo e questa discontinuità tra l'allenarsi e trovare la routine, ho sentito che mi divertito ma non più giocando a singhiozzo".