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    Bresciamania: l'esonero di Corini interrompe una favola meravigliosa

    Bresciamania: l'esonero di Corini interrompe una favola meravigliosa

    • Fabio Pettenò
    Il calcio è così: passi in pochissimo tempo da eroe a capro espiatorio di situazioni negative. Quando non puoi cambiare un certo numero d’interpreti nella rosa a pagare è quasi sempre l’allenatore. Una regola non scritta ma applicata in moltissimi casi. Non fa eccezione l’esonero di Eugenio Corini, il tecnico della storica promozione in Serie A. In pochi mesi il mondo del Brescia si è capovolto, cambiato drasticamente. In un lampo la gioia, la festa, le vittorie hanno lasciato spazio allo sconforto, alle sconfitte fino all’epilogo amaro dell’allontanamento di Corini dalla panchina biancoazzurra. Una mossa, quella di Massimo Cellino, dettata dal solo punto nelle ultime sei giornate colto dalla squadra sul campo. Dal desiderio di dare una scossa a tutto l’ambiente. A farne le spese è il condottiero bresciano per eccellenza, colui che più di ogni altro allenatore si è cucito addosso la divisa e ha portato avanti il proprio credo calcistico associandolo ai valori di un popolo, quello bresciano, tornato finalmente nel panorama della massima serie. L'esonero di Corini è la fine di una favola meravigliosa.

    ADDIO SCRITTOL’esonero di Corini era nell’aria. Da tempo le prestazioni della squadra erano finite sotto la lente d’ingrandimento del patron. Le voci di un suo possibile allontanamento si erano rincorse sin da questa estate. Un accordo per il prolungamento del contratto che tardava ad arrivare associato alle numerose richieste di mercato per l’allenatore sembravano poter essere la chiave per un addio. Ed invece Corini era rimasto, con un solo anno di contratto, determinato più che mai a portare in alto l’onore del Brescia in Serie A. Ma il rapporto con Cellino non è mai decollato. La sconfitta con il Genoa sembrava aver segnato il passo decisivo. Il tempo aveva giocato a favore di Corini e la prestazione positiva, seppur con sconfitta contro l’Inter lo aveva mantenuto in sella. Il ko nel derby con il Verona ha decretato la sentenza.

    GRAZIE CORINIAd Eugenio Corini si può rimproverare poco o nulla. Nella mente e negli occhi di tutti i tifosi del Brescia rimarranno per sempre indelebili le immagini della cavalcata trionfale in Serie A. Profeta in patria, affare per pochi. Determinante in quel successo è stata la forza d’animo e la voglia di scrivere una pagina di storia calcistica nella sua città. Qualche errore nella gestione della rosa attuale in Serie A lo ha commesso ma il materiale a sua disposizione non è dei migliori. Sui social già c’è chi lo rimpiange ma soprattutto chi lo ringrazia come allenatore ma ancor prima come uomo, cosa che il Brescia Calcio in uno scarno e gelido comunicato stampa d’esonero non ha fatto o si è maledettamente dimenticato.

    ARRIVA GROSSO – Chi sostituirà Eugenio Corini sulla panchina del Brescia dovrà, per forza di cose, convivere con il suo fantasma. Non sarà facile vista la grande influenza che il “Genio” aveva nel popolo biancoazzurro. Dovrà convivere con un presidente molto presente ed esigente, con una rosa ribadiamo dimostratasi non all’altezza in tutti i suoi interpreti. Dovrà cercare di rigenerare al massimo Mario Balotelli. Alla corte di Cellino arriva un debuttante in Serie A come Fabio Grosso. Da queste parti ci si ricorda di lui solo per il mondiale 2006 come l’artefice di un sogno tricolore. Ora con il sudore ed il lavoro avrà due compiti: non far rimpiangere Corini e portare alla salvezza il Brescia. Ci riuscirà? L’importante che non sia un “Grosso sbaglio”….
     

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